sabato 17 dicembre 2011

TERRITORI E RISORSE. CRUCCU M., Kazakistan, la rivolta del petrolio fa 10 morti, IL CORRIERE DELLA SERA, 17 dicembre 2011

MILANO- In mezzo a vicini assai tumultuosi, era considerato un bastione di stabilità e (apparente) prosperità. Non è più così per l'immenso e stepposo Kazakistan, grande nove volte l'Italia e ricco di giacimenti di petrolio nella sua porzione di Mar Caspio.




LA RIVOLTA - Proprio sulle rive del bacino e proprio tra gli addetti dell'industria estrattiva (che coinvolge anche la nostra Eni) venerdì è scoppiata la rivolta: da mesi, nella cittadina di Zhanaozen, i dipendenti della Ozenmunaigas, azienda posseduta dallo stato kazako, chiedono aumenti salariali e migliori condizioni di lavoro. Ebbene venerdì si celebrava il ventennale dell'indipendenza del paese. Che guarda caso coincide con la fine dell'Unione Sovietica e che ha sempre visto al potere Nursultan Nazarbayev, ultimo segretario locale del Pcus.
DIECI MORTI - In occasione dei festeggiamenti, i lavoratori dell'azienda petrolifera sono scesi nella piazza della cittadina, per ricordare i sette mesi della protesta. Le forze dell'ordine hanno cercato di mandarli via: il risultato sono dieci morti e numerosi feriti. Sabato è stato decretato lo stato d'urgenza a Zhanaozen, dal presidente in persona: vietati scioperi e manifestazioni per almeno venti giorni. Un campanello d'allarme per il paese centrasiatico, media potenza regionale, il cui equilibrio è risultato fino ad ora fondamentale, in un'area altrimenti assai fragile, tra rigurgiti neoislamici, instabilità russa e aggressività cinese.
Matteo Cruccu
twitter/ilcruccu
17 dicembre 2011

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