sabato 12 dicembre 2020

INFORMATIZZAZIONE DELLA SOCIETA' E IMPATTO AMBIENTALE. J- D'ALESSANDRO, La quarta nazione al mondo, REPUBBLICA.IT, 12 dicembre 2020

"Stimare quel che accade, con precisione, è il primo passo per migliorare la situazione. E noi non lo stiamo facendo". Yoshua Bengio, in collegamento da Montreal, lo dice senza girarci troppo attorno. L'informatico parigino d'adozione canadese, Premio Turing nel 2018 per le sue ricerche sull'intelligenza artificiale, sta vedendo crescere a dismisura l'uso del mondo digitale e degli algoritmi senza che nessuno si chieda quanta energia assorbono e quanto gas serra producono. "Quantità enormi, con buona probabilità", prosegue Bengio. "Per averne un'idea e per arrivare a una qualsiasi possibile regolamentazione, bisogna iniziare a misurare". E' nata così l'idea di CodeCarbon, sviluppato nel suo Montreal Institute for Learning Algorithms (Mila), assieme Bcg Gamma, Haverford College e Comet. Un software opensource leggero e ovviamente gratuito che una volta scaricato stima l'impatto ambientale mentre si sviluppano software e sistemi di apprendimento delle macchine, stabilendo quanti processori si usano e stimano in base alla zona nella quale ci si trova se si sta usando o meno energia da fonti rinnovabili. "Non ci sono standard per tracciare il consumo di energia nel software", prosegue l'informatico. "Le stime sono solo generiche. Nessuno sa davvero quando il digitale consuma in maniera precisa, dai singoli computer che usiamo a casa ai data center dai quali arrivano tutti i ostri servizi digitali. Abbiamo solo idee vaghe". La quarta nazione al mondo. Idee vaghe ma con un ordine di grandezza che è da nazione di primordine in fatto di inquinamento: più del Giappone e meno dell'India. Il Web, fra gadget hi-tech, server e algoritmi, entra a pieno titolo nella classifica dei Paesi più importanti in fatto di CO2. Ne produrrebbe circa un miliardo e 850 milioni di tonnellate cubiche all'anno. Significa 400 grammi per ogni utente di Internet. Volendolo inserire nella graduatoria elaborata dal Global Carbon Project, il Paese del digitale si piazzerebbe al quarto posto dopo Cina, Stati Uniti e appunto India stando alle stime. Insomma, l'uso o l'abuso di social network, videochiamate, chat e videogame online ha una sua impronta di carbonio non marginale, un mondo che assorbe un'enorme quantità di energia. Solo lo streaming video arriverebbe a circa 300 milioni di tonnellate, più di quanto faccia la Spagna. In Inghilterra hanno calcolato ad esempio che se la popolazione prestasse più attenzione alle email, evitando di inviare quelle che non sono necessarie dove magari c'è solo un "grazie", equivarrebbe al togliere dalle strade 3.300 macchine diesel. Ma è ovvio che il grosso non arriva dalla posta elettronica, anche se bisogna moltiplicare per gli oltre quattro miliardi di persone che oggi usano Internet e ricordando che di media ogni utente riceve tremila messaggi fra sottoscrizioni email indesiderate. La parte maggiore del danno lo fanno i computer, da tavolo o portatili, e gli schermi che si prendono circa il 40 per cento dei consumi. E poi server e data center, l'infrastruttura del Web, che valgono un altro 30 per cento. Secondo la Lancaster University, considerando tutti i gadget digitali che usiamo e aggiungendo Internet, si arriva al 3,7 per cento delle emissioni di gas serra nell'atmosfera che ammontano in totale a circa 50 miliardi di tonnellate cubiche. La tecnologia che ruota attorno alla Rete, ha lo stesso peso del traffico aereo quando era a pieno regime lo scorso anno (...) CONTINUA https://www.repubblica.it/green-and-blue/2020/12/12/news/ecco_quanto_consuma_la_quarta_nazione_al_mondo_il_web-275451443/?ref=RHTP-BH-I278005977-P7-S4-T1 regime lo scorso anno.