Se tutti avessero il nostro stesso stile di vita, avremmo bisogno delle risorse di quasi 2,7 «pianeti»
Qual è il nostro impatto sul pianeta? Come è possibile calcolare quante risorse della Terra stiamo utilizzando? E se il consumo fosse eccessivo e di risorse ne fossero rimaste poche a disposizione? Noi quali responsabilità abbiamo nel frenare il cambiamento climatico?
Nel 2012 l’enciclopedia Treccani aveva inserito, tra i termini nuovi, l’«impronta ecologica» che dà la misura del nostro impatto sulla Terra. Ma che cos’è? Per la prima volta nel 1996 usarono questa definizione l’ambientalista svizzero Mathis Wackernagel e l’economista canadese William Rees nel libro Impronta ecologica. Come ridurre l’impatto dell’uomo sulla Terra. Secondo la stessa Treccani, l’impronta ecologica è «l’indice statistico che confronta il consumo umano di risorse naturali di una certa porzione di territorio con la capacità della Terra di rigenerarle, stimando l’area biologicamente produttiva (di mare e di terra) necessaria a rigenerare le risorse consumate e ad assorbirne i rifiuti».