sabato 22 aprile 2023

GIORNATA DELLA TERRA 2023. REDAZIONE, Giornata della Terra – La “guerra umana contro la natura” e il paradosso del cibo sprecato: come se buttassimo via tutto quello prodotto da Emilia-Romagna e Veneto, IL FATTO, 22.04.2023

 La Giornata della Terra – Earth day – più che celebrazione sembra sempre di più una commemorazione. Di un pianeta che fu e che potrebbe non ritornare se non si inverte radicalmente la rotta. Anche quest’anno l’appello è globale e urgente: “Investire sul nostro Pianeta” perché “investire in un’economia verde è l’unica via per un futuro sano, prospero ed equo”. E Earthday.org, il movimento globale che organizza la Giornata della Terra e recluta i movimenti ambientalisti in tutto il mondo, punta ancora una volta a coinvolgere governi, istituzioni, imprese e oltre un miliardo di cittadini che ormai partecipano ogni anno a questa manifestazione affinché ciascuno faccia la propria parte perché “tutti siamo responsabili”. Responsabili per il clima, per il cibo sprecato e il suolo consumato, per l’indifferenza verso gli allarmi che ormai sono veri e propri Sos prima della catastrofe. Con l’umanità che sembra in guerra con la natura come ha sottolineato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.

venerdì 7 aprile 2023

CLUB DI ROMA. UN NUOVO RAPPORTO SULL'AMBIENTE. ZAMBONI, Una Terra per tutti, l’ultimo rapporto del Club di Roma: abbiamo poco più di sei anni per evitare il baratro, IL FATTO, 6.04.2023

 Una Terra per tutti – l’ultimo rapporto al Club di Roma, uscito cinquant’anni dopo il primo, rivoluzionario, The Limits to Growth – è una raccolta di contributi di autorevoli scienziati, economisti ed esperti di ecologia. Andrebbe diffuso ai quattro angoli del Pianeta per creare consapevolezza sulle devastazioni che infliggiamo alla Terra a causa del modello oggi prevalente di produrre e consumare. Un modello fallimentare anche sul piano sociale e all’origine di inaccettabili disuguaglianze dentro i singoli popoli, e tra i diversi popoli.

giovedì 30 marzo 2023

EMERGENZA CLIMATICA. LA GROENLANDIA A RISCHIO SCIOGLIMENTO. TEDESCO M., La calotta glaciale della Groenlandia è vicina a un punto di scioglimento senza ritorno, REPUBBLICA, 30 MARZO 2023

 

(*Marco Tedesco è uno scienziato del clima, esperto glaciologo, del Lamont – Doherty Earth Observatory presso la Columbia University e ricercatore del Goddard Institute of Space Studies (GISS) della NASA)

Nonostante diamo per scontato il fatto che la Groenlandia stia fondendo sotto la pressione delle crescenti temperature globali degli ultimi decenni, comprendere e studiare le cause e i processi di tale fusione è fondamentale per prepararsi agli impatti sulle regioni costiere di tutto il mondo. Il climatologo Dennis Höning del Potsdam Institute for Climate Impact Research e il suo team hanno identificato in un nuovo studio due punti di non ritorno (tipping points) che determinano il destino della calotta glaciale Artica. I tipping points sono soglie in cui il comportamento di un sistema subisce un cambiamento irreversibile. In questo caso, si parla della perdita permanente di ampie porzioni della calotta glaciale groenlandese.


Secondo lo studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters dell'AGU, la fusione della parte meridionale dell'isola danese avverrà senza dubbio quando l'umanità rilascerà 1.000 gigatonnellate (1 gigatonnellata = 1 miliardo di tonnellate) di carbonio nell'atmosfera.

Il secondo punto, più allarmante del precedente, ci anticipa che l'immissione di 2.500 gigatonnellate di carbonio comporterà la perdita quasi totale della calotta glaciale. Per dare un'idea di quanto velocemente questo potrebbe accadere: dagli anni Sessanta ad oggi abbiamo emesso qualcosa come 100 parti per milione di CO2, che corrispondono a circa 800 gigatonnellate di anidride carbonica.
"Il primo punto critico non è lontano dalle condizioni climatiche odierne, quindi rischiamo di attraversarlo", ha affermato Höning. "Una volta che inizieremo a scivolare, cadremo da questo dirupo e non potremo risalire."

Una complessa interazione di fattori, tra cui la temperatura dell'aria e dell'acqua, le correnti oceaniche, l'atmosfera artica, le precipitazioni e molti altri, influenzano dove e quanto la perdita del ghiaccio avviene ogni anno. La difficoltà nel prevedere come interagiscono questi fattori, unita ai lunghi tempi necessari per studiare una calotta glaciale così massiccia, ha reso difficile nel passato prevedere con precisione come la calotta glaciale potrebbe rispondere a vari scenari climatici e, quindi, a diversi livelli di emissione di CO2.
Per l'analisi gli scienziati hanno utilizzato un modello che hanno coperto l'arco di 20.000 anni e nelle quali le emissioni variavano da 0 a 4.000 gigatonnellate. Uno dei risultati piu' importanti risultati del team e' che ,man mano che la calotta glaciale fonde, la sua superficie sarà esposta a temperature più calde che si trovano a quote più basse, creando un ciclo di feedback che accelera ulteriormente il processo di fusione. Höning spiega che se un breve aumento della temperatura di 2 gradi Celsius non innescherebbe questo ciclo di feedback, il mantenimento di temperature dell'aria globali elevate per centinaia di anni o più lo potrebbe fare.
Una volta che la calotta glaciale attraversa il punto di non ritorno, la fusione diventa inevitabile. Questo implica che anche una riduzione dell'anidride carbonica atmosferica ai livelli preindustriali non sarebbe sufficiente per far ricrescere in modo significativo la calotta glaciale e, quindi, ridurre il livello dei mari. "Non possiamo continuare le emissioni di carbonio allo stesso ritmo per molto più tempo senza rischiare di superare i punti di non ritorno", ha avvertito Höning. "La maggior parte della fusione della calotta glaciale non avverrà nel prossimo decennio, ma non passerà molto tempo prima che non saremo più in grado di contrastarlo". Siamo agli sgoccioli.

martedì 21 marzo 2023

EMERGENZA CLIMATICA. COTUGNO F., L’ultimo avvertimento dell’Ipcc: accelerare la transizione prima che sia troppo caldo, DOMANI, 20.03.2023

 Il Gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici dell’Onu (Ipcc) ha pubblicato la sintesi finale del suo sesto rapporto. Questo documento di una quarantina di pagine può essere considerato l’ultimo avviso della comunità scientifica: contenere il riscaldamento globale entro parametri ragionevoli (+1.5°C di aumento della temperatura) è ancora possibile, ma servono tagli profondi e immediati alle emissioni di gas serra.



lunedì 13 marzo 2023

DISGELO E RISCHIO EPIDEMICO. ZORZETTO D., Virus 'zombie' risvegliato dai ghiacci: dopo 48.500 anni è ancora una minaccia, REPUBBLICA, 13.03.2023

 

Un gruppo di scienziati francesi l'ha prelevato dal permafrost in Russia e analizzato in laboratorio. L'obiettivo: prepararsi al rischio epidemie per effetto del disgelo provocato dal riscaldamento climatico 

Il rischio c'è, e può trasformarsi in una minaccia: le temperature più calde nell'Artico stanno scongelando il permafrost della regione (strato ghiacciato di suolo sotto terra) e potenzialmente rimettendo in circolo virus che, dopo essere rimasti dormienti per decine di migliaia di anni, potrebbero minacciare la salute degli animali e dell'uomo. Per affrontare l'incognita determinata dalle possibili conseguenze che virus 'addormentatì per millenni possano scatenare sul genere umano, un gruppo di ricercatori dell'università francese di Aix-Marseille ne ha scongelati sette e analizzati in laboratorio: uno di questi ha 48.500

giovedì 19 gennaio 2023

SALUTE A CONTATTO CON LA NATURA. TALIGNANI G., Quanto fa bene passare del tempo nella natura: uno studio, LA STAMPA, 19.01.23

 

Secondo una ricerca finlandese visitare tre o quattro volte alla settimana un'area verde corrisponde a una probabilità inferiore del 33% di uso di farmaci per la salute mentale e non solo

la soluzione ad alcuni dei nostri problemi, in parte,  potrebbe essere là fuori. Dove? In mezzo a quella Natura troppo spesso abusata dall'uomo. Una ricerca finlandese, pubblicata su Occupational & Environmental Medicine, sostiene che visitare tre o quattro volte a settimana aree verdi e zone naturali riduce di un terzo la possibilità di dover ricorrere a farmaci per problemi di salute mentale o di ipertensione e di quasi un quarto per le crisi di asma.

domenica 1 gennaio 2023

EMERGENZA CLIMATICA E PROPOSTE POLITICHE. FRAIOLI L., Nel Pnacc le 361 misure per preparare l'Italia a temperature sempre più alte, LA STAMPA, 31.12.2022

 Come si adatterà l’Italia al riscaldamento globale? La risposta va cercata nel Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici (Pnacc) che il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha pubblicato sul suo sito e sottoposto a consultazione pubblica: cento pagine che suggeriscono 361 misure per preparare il Paese, in modo da ridurre al minimo i danni da innalzamento delle temperature.