sabato 22 dicembre 2012

ITALIA. FIUMI INQUINATI. RICCARDI M., Acqua inquinata, se i responsabili non si trovano mai, IL CORRIERE DELLA SERA, 22 dicembre 2012


Nel 2005, 6000 capi di bestiame vengono abbattuti nella Valle del fiume Sacco, alle porte di Roma, per un inquinamento da betasaclorocicloesano, sversato nel fiume dal vicino stabilimento chimico di Colleferro.
Due anni dopo, nel 2007, in Abruzzo viene scoperta a Bussi sul Tirino, proprio alla confluenza del fiume Pescara, quella che subito viene definita la più grande discarica di rifiuti tossici in Italia. Anche qui è coinvolta una fabbrica chimica.



Queste sono solo due delle storie emblematiche che segnano la storia di fiumi e di bacini idrici in Italia: due dei 57 Sin, Siti di Interesse Nazionali, la cui emergenza ha visto la nomina di un Commissario straordinario.
Tutto ciò che produciamo e consumiamo, attraverso uno scarico o dilavato dalla pioggia, finisce prima o poi in un torrente, in un fiume in un lago o in una falda: scarti industriali, solventi, lubrificanti, pesticidi agricoli, ma anche molecole come i ritardanti di fiamma contenuti nelle nostre plastiche di computer, imbottiture di divani e cruscotti di automobili. A dispetto pure dei nostri depuratori che tanto filtrano, ma nulla possono contro molecole e isomeri.
Sembra acqua passata, ma il ciclo dell’acqua è infinito e prima o poi quello che finisce nei fiumi, nei mari e nelle falde, torna di nuovo.
Quello che non torna mai, invece, sono le responsabilità di chi ha inquinato.
La puntata integrale visibile da lunedì

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