giovedì 22 aprile 2021

GIORNATA DELLA TERRA. DE CESCO, Cos’è il ‘climate change’ e come cambierà il futuro del Pianeta: 12 domande e risposte, CORRIERE, 22 aprile 2021

 Se poteste moltiplicare il piccolo esercito dei no vax che quotidianamente fanno parlare di sé sollevando dubbi sull’effettiva importanza a validità dei vaccini anti Covid (e prima erano i vaccini tout court), che cosa otterreste? Un’armata di negazionisti, come quella di coloro che, nel mondo, sostengono non sia in corso un epocale cambiamento climatico, che non ci sia un effettivo pericolo per la Terra e che, comunque, non sia l’Uomo il principale responsabile dell’aumento dei gas serra che stanno portando al rialzo le temperature medie del Pianeta. Ecco, per far fronte alla disinformazione creata da questa armata di testardi e ottimisti sostenitori del globo che si auto-curerà, una grande testata giornalistica come il New York Times ha pensato di affrontare il tema del climate change con 12 domande e 12 risposte chiarificatrici.


Sul New York Times, in occasione della Giornata Mondiale della Terra, l’esauriente lavoro di Julia Rosen, giornalista con un dottorato in geologia, che cerca di rispondere alle più grandi domande sulla scienza del cambiamento climatico. Ecco un sunto nella traduzione di Andrea Federica de Cesco

Un eccellente lavoro di giornalismo scientifico, realizzato dalla collega statunitense Julia Rosen, giornalista con un dottorato in geologia. Ve ne proponiamo un sunto, perché davvero vale la pena di leggerlo. Ma se volete conoscere a fondo tutto il lavoro di Julia, potete leggerloin inglese a questo link, direttamente dalle pagine del NYT.

1) COME SAPPIAMO CHE IL CAMBIAMENTO CLIMATICO È REALE?
«I gas serra, che costituiscono solo una piccola parte dell'atmosfera, intrappolano parte del calore del pianeta prima che sfugga nello spazio. Grazie all’effetto serra un pianeta così lontano dal sole come il nostro ha acqua allo stato liquido e forme di vita. I gas serra sono diventati un problema a partire dalla rivoluzione industriale, quando la gente ha iniziato a bruciare carbone e altri combustibili fossili per alimentare le fabbriche, le fonderie e le macchine a vapore. Sono diverse le prove che dimostrano tutto questo, a partire dalle misurazioni della temperatura condotte nelle stazioni meteorologiche e sulle navi a partire dalla metà del 1800. Più tardi gli scienziati hanno iniziato a tracciare le temperature della superficie con i satelliti e a cercare indizi sui cambiamenti climatici nelle registrazioni geologiche. Abbiamo così avuto la conferma del fatto che Terra sta diventando più calda.
Le temperature medie globali sono aumentate di 1,2 gradi Celsius dal 1880 e i maggiori cambiamenti sono avvenuti alla fine del XX secolo. Le aree terrestri si sono riscaldate più della superficie del mare e l'Artico è la zona che si è riscaldata di più - di circa 4 gradi Celsius dagli anni '60. Anche le temperature estreme sono cambiate. Questo riscaldamento è senza precedenti nella storia geologica recente. E le temperature superficiali mascherano la vera scala del cambiamento climatico, perché l'oceano ha assorbito il 90% del calore intrappolato dai gas serra. Le misurazioni raccolte negli ultimi sei decenni da spedizioni oceanografiche e reti di strumenti galleggianti mostrano che ogni strato dell'oceano si sta riscaldando. Inoltre sappiamo che il cambiamento climatico è in atto perché ne vediamo gli effetti ovunque. Gli strati di ghiaccio e i ghiacciai si stanno riducendo mentre il livello del mare sta aumentando. Il ghiaccio marino artico sta scomparendo. In primavera, la neve si scioglie prima e le piante fioriscono prima. Gli animali si stanno spostando verso altezze e latitudini più elevate per trovare condizioni più fresche. E siccità, inondazioni e incendi sono diventati più estremi».

2) C’È ACCORDO TRA GLI SCIENZIATI RIGUARDO AL CAMBIAMENTO CLIMATICO?
«Più del 90% degli scienziati che studiano il clima della Terra concordano sul fatto che il pianeta si sta riscaldando e che gli esseri umani sono la causa principale. La maggior parte dei principali organismi scientifici è dello stesso parere. Già nel 1991 due terzi degli scienziati della terra e dell'atmosfera diceva di accettare l'idea del riscaldamento globale antropogenico. Attualmente, oltre il 97% degli scienziati del clima che fanno pubblicazioni sono d'accordo sull'esistenza e sulla causa del cambiamento climatico. L'idea che esista ancora un dibattito sul cambiamento climatico viene per lo più dalle campagne coordinate da aziende e politici che si oppongono all'azione sul clima. Molti hanno diffuso la narrativa -falsa - secondo cui gli scienziati non hanno ancora preso una decisione sul cambiamento climatico. Nel 1997 è stato lanciato il Global Warming Petition Project, che ha sollecitato il governo degli Stati Uniti a rifiutare il protocollo di Kyoto del 1997, un primo accordo internazionale sul clima. La petizione diceva che il cambiamento climatico non stava accadendo, e che anche in ogni caso non era un male per l'umanità. Dal 1998, più di 30 mila persone con lauree scientifiche l'hanno firmata. Tuttavia, quasi il 90% ha studiato qualcosa di diverso dalle scienze della Terra, atmosferiche o ambientali, e i firmatari includevano solo 39 climatologi. Tra i noti ricercatori che si oppongono al consenso scientifico, alcuni hanno legami con l'industria dei combustibili fossili. Altri no, ma le loro affermazioni non hanno retto al peso delle prove. Almeno un importante scettico, il fisico Richard Muller, ha cambiato idea dopo aver rivalutato i dati storici della temperatura come parte del progetto Berkeley Earth. Le scoperte del suo team hanno confermato i risultati che si era prefissato di indagare».

3) ABBIAMO SOLTANTO 150 ANNI DI DATI SUL CLIMA? SONO SUFFICIENTI PER PARLARE DI SECOLI DI CAMBIAMENTI?
«Le registrazioni storiche del clima risalgono al 1880, quando si iniziò a misurare regolarmente le temperature nelle stazioni meteorologiche e sulle navi che attraversavano gli oceani del mondo. Questi dati mostrano una chiara tendenza al riscaldamento durante il XX secolo. Eventuali distorsioni delle registrazioni in questione, dovute per esempio al fatto che un numero sproporzionato di stazioni meteorologiche si trova vicino alle città (più calde delle aree circostanti a causa del cosiddetto effetto isola di calore urbana), vengono corrette dai ricercatori. Inoltre, il riscaldamento è corroborato da dati indipendenti come le osservazioni satellitari, che coprono l'intero pianeta. I piccoli cali e le pause che punteggiano la tendenza all'aumento della temperatura degli ultimi 150 anni sono solo il risultato della variabilità naturale del clima o di altre attività umane che contrastano temporaneamente il riscaldamento dell'effetto serra. Ma come facciamo a sapere cos’è successo prima del 1880? I ricercatori hanno usato documenti geologici come gli anelli degli alberi, le carote di ghiaccio, i coralli e i sedimenti che conservano informazioni sui climi preistorici. Il quadro risultante del cambiamento della temperatura globale è piatto per secoli, poi gira bruscamente verso l'alto negli ultimi 150 anni».


4) COME SAPPIAMO CHE IL RISCALDAMENTO GLOBALE È CAUSATO DAGLI ESSERI UMANI?
«Gli scienziati hanno studiato i cambiamenti climatici del passato per capire i fattori che possono causare il riscaldamento o il raffreddamento del pianeta. I principali sono i cambiamenti nell'energia solare, la circolazione oceanica, l'attività vulcanica e la quantità di gas serra nell'atmosfera. Nel cercare di determinare la causa degli attuali cambiamenti climatici, gli scienziati hanno esaminato tutti questi fattori. I primi tre sono variati un po' negli ultimi secoli e molto probabilmente hanno avuto effetti modesti sul clima, soprattutto prima del 1950. Ma non possono spiegare il rapido aumento della temperatura del pianeta, soprattutto nella seconda metà del XX secolo, quando la produzione solare è diminuita e le eruzioni vulcaniche hanno esercitato un effetto di raffreddamento. Quel riscaldamento è meglio spiegato dall'aumento delle concentrazioni di gas serra. I gas serra hanno un potente effetto sul clima. E a partire dalla rivoluzione industriale l'uomo ne ha aggiunti di più nell'atmosfera, soprattutto estraendo e bruciando combustibili fossili come il carbone, il petrolio e il gas, che rilasciano anidride carbonica. Bolle di aria antica intrappolate nel ghiaccio mostrano che, prima del 1750, la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera era di circa 280 parti per milione (ppm). Ha poicominciato a salire lentamente e ha superato la soglia delle 300 ppm intorno al 1900. I livelli di CO2 hanno poi accelerato quando le automobili e l'elettricità sono diventate parti della vita moderna, raggiungendo recentemente i 420 ppm. La concentrazione di metano, il secondo più importante gas serra, è più che raddoppiata. Ora stiamo emettendo carbonio molto più velocemente di quanto sia stato rilasciato 56 milioni di anni fa. Questi rapidi aumenti di gas serra hanno causato un brusco riscaldamento del clima. Infatti, i modelli climatici suggeriscono che il riscaldamento da effetto serra può spiegare praticamente tutto il cambiamento di temperatura dal 1950. Ma i gas serra non sono gli unici composti climalternanti che l'uomo immette nell'aria. Bruciare combustibili fossili produce anche inquinamento da particolato, che riflette la luce del sole e raffredda il pianeta. Gli scienziati stimano che questo inquinamento ha mascherato fino alla metà del riscaldamento dell'effetto serra che avremmo altrimenti sperimentato». (continua a leggere dopo i link e la foto)



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