lunedì 9 maggio 2016

INQUINAMENTO ITALIA. REDAZIONE, Le nostre acque piene di pesticidi Contaminato il 64% di fiumi e laghi, CORRIERE DELLA SERA, 9 maggio 2016

Si usano meno pesticidi in agricoltura eppure le acque sono sempre più contaminate. Non è un paradosso: le analisi diventano sempre più accurate e i fenomeni di «contaminazione» hanno effetti anche dopo molti anni. L’ultimo Rapporto nazionale pesticidi dell’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale) fornisce dati allarmanti: le acque superficiali (fiumi, laghi, torrenti) «ospitano» pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio (nel 2012 era il 56,9%); quelle sotterranee nel 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012).


Supearti i limiti di qualità ambientali
L’analisi dei dati di monitoraggio non evidenzia una diminuzione della contaminazione, spiega l’Ispra precisando che l’aumento di punti contaminati «si spiega in parte col fatto che in vaste aree del centro-sud, solo con ritardo, emerge una contaminazione prima non rilevata». Durante i controlli sono state trovate 224 sostanze diverse, «un numero sensibilmente più elevato degli anni precedenti (erano 175 nel 2012)», dice l’Ispra, che indica «una maggiore efficacia delle indagini condotte». Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute, mentre è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi. Nelle acque superficiali, 274 punti di monitoraggio (21,3% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientali mentre in quelle sotterranee 170 punti (6,9% del totale) hanno concentrazioni superiori ai limiti di qualità ambientale.

Il record delle miscele
L’Ispra indica che la contaminazione è più ampia nella pianura padano-veneta dove le indagini sono generalmente più efficaci. Nelle cinque regioni dell’area, infatti, si concentra poco meno del 60% dei punti di monitoraggio dell’intera rete nazionale. In alcune regioni la contaminazione è molto più diffusa del dato nazionale, arrivando a oltre il 70% dei punti delle acque superficiali in Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, con punte del 90% in Toscana e del 95% in Umbria. Nelle acque sotterranee la diffusione della contaminazione è particolarmente elevata in Lombardia 50% dei punti, in Friuli 68,6%, in Sicilia 76%. Più che in passato, avverte l’Ispra, sono state trovate miscele di sostanze nelle acque, fino a 48 in un singolo campione, quindi con una tossicità più alta rispetto a quella dei singoli componenti.

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