Oggi, 6 maggio 2025, l’Italia celebra il suo «Overshoot Day». Ma c'è poco da festeggiare: si tratta, infatti, del giorno andiamo in debito con il Pianeta perché abbiamo consumato tutte le risorse naturali che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. Iniziando, quindi, a sovrasfruttare le risorse e gli ecosistemi naturali.
L’Earth overshoot day cambia a seconda della nazione, e ogni anno tende ad anticipare di qualche giorno il suo arrivo. Secondo i calcoli del Global footprint network - che misura la domanda di risorse e servizi da parte di una popolazione e l'offerta di risorse e servizi da parte dei loro ecosistemi - il Paese che ha consumato più velocemente le sue risorse per il 2025 è stato il Qatar, il 6 febbraio; quello più lento è il l’Uruguay, che finirà le risorse e andrà in sovrasfruttamento quasi alla fine dell’anno, il 17 dicembre. E ancora, gli Stati Uniti le hanno finite il 13 marzo, gli Emirati Arabi il 16 marzo, il Canada il 26, la Russia il 6 aprile, l’Arabia Saudita l’8 aprile, la Francia il 19 aprile, il Regno Unito il 20 maggio, la Cina e la Spagna il 23 maggio.
«SE TUTTI VIVESSERO COME NOI SERVIREBBERO TRE PIANETI»
L’Earth overshoot day per l’Italia arriva quest’anno con 11 giorni di anticipo rispetto all’anno scorso, segnalando l’aumento della pressione sui sistemi naturali del Pianeta (qui il triste record raggiunto il 19 maggio nel 2024). E ancora, nel 2023 era caduta il 2 agosto; nel 2022 il 28 luglio (eccezionalmente in anticipo di un giorno rispetto al 2021, che portava con sé gli effetti della pandemia da Covid-19 con il rallentamento dell’economia globale e il conseguente impatto su consumi ed emissioni); e, per andare più lontano, nel 1973 il 3 dicembre. L'umanità da anni vive «in debito» con la natura, non è una novità: ci vorrebbero 1,7 Pianeti per soddisfare i bisogni della popolazione mondiale. Rispetto a questa media globale, gli abitanti di un Paese come l’Italia, così come anche della Germania e della Francia, hanno un'impronta ecologica quattro volte la biocapacità disponibile e ci vorrebbero le risorse di circa 3 Pianeti se tutti vivessero come noi italiani o anche come gli abitanti degli altri Paesi citati.
LA NATURA È IL NOSTRO CONTO IN BANCA
«Oltre 1 milione di specie è minacciato di estinzione, il 75% delle terre emerse e il 66% degli ambienti marini sono stati significativamente alterati dall’uomo, e il cambiamento climatico peggiora di anno in anno. La scienza è inequivocabile: la crisi ambientale deve essere affrontata entro questo decennio se vogliamo costruire un futuro sostenibile», afferma Eva Alessi, responsabile sostenibilità del WWF Italia. L'impronta ecologica è il denaro che spendiamo: «Ogni attività – mangiare, usare energia, costruire, viaggiare – consuma risorse naturali, proprio come se prelevassi dal tuo conto in banca. La biocapacità è il tuo stipendio annuale: rappresenta le risorse che la Terra è in grado di rigenerare in un anno. Se spendi meno di quanto guadagni, sei in equilibrio. Ma se le spese superano le entrate, entri in deficit. Lo stesso vale per il Pianeta: se consumiamo più risorse di quelle che la Terra può rigenerare, attingiamo alle riserve future, proprio come chi si indebita per coprire le spese eccessive. Spetta dunque a noi stessi il compito di invertire la rotta e abbandonare stili di consumo che ignorano il senso del limite», conclude.
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* L’impronta ecologica indica le “uscite”, ossia quanti ettari di foreste, pascoli, terreni coltivabili e aree marine sono necessari per generare le risorse consumate e assorbire i rifiuti prodotti da ogni italiano in un anno.
** La biocapacità indica le “entrate”, cioè la quantità di risorse ecologiche che il territorio è in grado di generare in un dato anno, e comprende anche la sua capacità di assorbire le emissioni di gas serra. Anche quest’anno per il nostro Paese le “uscite” di risorse naturali superano le “entrate”.


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