martedì 1 agosto 2017

SALVARE LA TERRA. L'ISOLA DI PLASTICA NELL'OCEANO. G. TALIGNANI, C'è un'altra isola di plastica nel Pacifico del Sud: è grande otto volte l'Italia, LA REPUBBLICA, 26 luglio 2017

PIU' grande di tutto il Messico, almeno otto volte la superficie dell'Italia, pari a tutto il mar Mediterraneo. Tanto è grande una nuova isola di plastica scoperta nei mari del Sud Pacifico. La notizia dell'esistenza di questo enorme accumulo di detriti era già stata ipotizzata da tempo, ma ora il capitano Charles Moore e il suo team di ricerca, lo stesso che nel 1977 scoprì il Pacific Trash Vortex - così è chiamata la più nota isola di plastica dei mari del Nord - ha portato le prove della sua esistenza. 

 
Ha una superficie che si aggira intorno ai 2,6 milioni di chilometri quadrati ed è individuabile al largo del Cile e il Perù. La Fondazione di ricerca Algalita, guidata da Moore, ha raccolto campioni costeggiando l'isola di Pasqua e quella di Robinson Crusoe: non bisogna immaginare bottiglie di plastica o altri contenitori, ma piuttosto microframmenti, grandi come un chicco di riso, che stanno inquinando e distruggendo lentamente l'ecosistema dell'oceano. Così piccoli che sono difficilissimi da ripulire. 

Anche per questo, ancor prima di diffondere tutti i risultati delle analisi, Moore ha deciso di lanciare l'allarme pubblicando sul Research Gate un resoconto di quanto individuato finora. La spedizione, durata sei mesi, ha raccolto una tragica evoluzione di quanto vide Marcus Eriksen (esperto di inquinamento marino) nel 2011, il quale non segnalò ingenti quantità di plastica. In sei anni le cose sono drasticamente peggiorate. "C'erano enormi quantità di plastica - racconta Moore - bottiglie, boe, ma soprattutto frammenti di microplastica. Non abbiamo ancora fatto analisi di laboratorio, ma sulla base di ciò che ho visto credo si tratti di un'enorme area del Pacifico del Sud che ha milioni di particelle di plastica per chilometro quadrato".
L'accumulo è dovuto da vortici (gyre) di correnti e venti che nel tempo spostano la plastica rilasciata in mare dall'uomo. Le particelle si estendono sia orizzontalmente che verticalmente. "La chiamiamo "patch" ma in realtà è più simile allo smog  per come si estende - aggiunge Marcus Eriksen, ricercatore del 5 Gyres Institute -.Stiamo facendo progressi importanti per ripulire l'inquinamento nelle nostre città arrestando la fonte. Dovremmo fare lo stesso per i nostri mari".
 
La nuova area è stata ribattezzata Patch Garbage South Pacific e Moore avverte che  "dobbiamo analizzare con urgenza tutto questo materiale perché l'oceano viene distrutto ad un ritmo enormemente accelerato". 

In alcune zone del mondo, come sull'isola di Henderson, la quantità di plastica (38milioni di pezzi) è arrivata a ricoprire al 99% la superficie dell'intero atollo. Secondo altri studi si stima che il 90% degli uccelli marini consumino più di 8 milioni di libre di rifiuti di plastica che si trovano negli oceani. Il timore degli scienziati è che la nuova isola possa seguire le orme di quella del Nord, ingrandendosi sempre di più e contribuendo a un "disastro globale" difficile da fermare.

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