venerdì 14 luglio 2017

SALVARE LA TERRA. UNA RICERCA SVEDESE. TALIGNANI G., ''Volete salvare la Terra dall'effetto serra? Fate meno figli", LA REPUBBLICA, 13 luglio 2017

LE QUATTRO azioni fondamentali per aiutare il pianeta a uscire dalla morsa del riscaldamento globale potrebbero non piacervi affatto. Perché secondo una ricerca svedese della Lund University e pubblicata su Environmental Research Letters, se si desidera davvero contribuire a frenare il riscaldamento globale, è necessario programmare una vita opposta a quella che in tanti sogniamo: avere meno figli, viaggiare meno (in aereo) e rinunciare all'auto e alla carne, adottando uno stile vegetariano.

 
Con queste quattro azioni individuali, per i ricercatori, possiamo contribuire concretamente a innescare comportamenti virtuosi per ridurre le emissioni di gas serra. Seth Wynes del Centre for Sustainability Studies e Kimberly Nicholas della University of British Columbia, che hanno condotto la ricerca, spiegano che i consigli impartiti finora a livello governativo (per esempio negli Usa, Canada, Australia e Unione Europea) sulle azioni che i cittadini dovrebbero intraprendere per salvaguardare il futuro della Terra riguardano in realtà soltanto un basso impatto su un possibile miglioramento. Sì, è vero, sostengono gli studiosi, riciclare, lavare a secco, fare attenzione ai propri consumi è importante, ma è niente in confronto a come il mondo potrebbe cambiare attraverso azioni drastiche e radicali (e spesso irrinunciabili). 
La premessa, come sostenuto anche negli accordi sul clima di Parigi, è che le emissioni di carbonio devono scendere a due tonnellate di CO2 per persona entro il 2050: solo così potremmo aiutare il pianeta a sopravvivere. Per andare in questa direzione molti cittadini hanno adottato regole intelligenti che però non sono necessarie. 
 
Facciamo un esempio: quanto risparmia, in termini di tonnellate di C02all'anno, una persona che cambia una lampadina classica con una a basso consumo? Lo 0.10%. Lavare i vestiti a secco? Pari al 0,21%, così come riciclare. Cambiare la propria auto con una ibrida (elettrica) vale lo 0.52%. Una dieta vegetariana lo 0.8%. Le percentuali salgono di poco con altre azioni: comprare la cosiddetta energia verde significa ridurre del 1,47% le tonnellate di anidride carbonica, rinunciare a un volo aereo transatlantico come un andata e ritorno da Londra a New York, ad esempio, è pari al 1.6%.  E se rinunciassimo totalmente all'auto? Il 2,4%. 
 
Ma tutto ciò è niente in confronto alla prima azione che potremmo fare per aiutare l'ambiente secondo i ricercatori: scegliere di non avere figli o di averne meno produrrebbe il 58,6% di tonnellate in meno di CO2. La cifra è stata calcolata in base alle possibili emissioni emissioni del bambino, a sua volta poi possibile futuro genitore, dividendo poi il totale per la durata di vita prevista della madre. Ad ogni genitore è stato attribuito il 50% delle emissioni del figlio, il 25% delle emissioni dei nipoti e via diminuendo man mano che si diluisce il grado di parentela.
Gli stessi scienziati si rendono conto della drasticità di quest'ultima azione, "che non viene mai menzionata nei consigli e nelle direttive fornite dai governi sul tema del surriscaldamento" e sottolineano di riconoscere "che queste sono scelte profondamente personali. Ma non possiamo ignorare l'effetto climatico che il nostro stile di vita ha e che avrà sul nostro futuro" ha detto Nicholas. 
 
"È il nostro compito di scienziati  segnalare onestamente i dati. E' come un medico che davanti a un paziente malato gli ribadisce che il "fumo fa male", anche se sa che il messaggio non gli piace. Siamo costretti ad affrontare il fatto che i livelli di emissione attuali sono veramente dannosi per il pianeta e per la società umana". Emissioni e azione umana che, come emerso recentemente, nel frattempo stanno contribuendo alla sesta grande estinzione di massa, con la popolazione animale già dimezzata.
 
Chiaramente, molto dipende da dove si vive: in un area "decarbonizzata" l'impatto che può avere un membro della famiglia in più si riduce di ben 17 volte. Ogni Paese inquina infatti in maniera differente: gli Usa per esempio contano 16 tonnellate di emissioni a persona, mentre la Gran Bretagna sette. 
 
La sovrappopolazione rimane un argomento controverso nell'impatto sul cambiamento climatico ma non si può ignorare che, per esempio, un americano è responsabile di 40 volte le emissioni prodotte da un abitante del Bangladesh.
 
Gli studiosi, nello stilare i dati da decine di fonti fra Europa, America e Giappone, ribadiscono comunque l'importanza delle piccole azioni quotidiane in tutto il globo, soprattutto in termini di dieta e scelta dei trasporti anche se "non sono sufficienti per affrontare la scala della sfida climatica che ci troviamo a fronteggiare. Ci sono tantissimi fattori che influenzano l'impatto sul clima delle scelte individuali – spiega Wynes – ma grazie al confronto tra tutte queste fonti abbiamo identificato con una certa sicurezza le azioni che possono fare la differenza". 
 
Scelte che per lo più producono la stessa riduzione di anidride carbonica ad ogni latitudine ma che possono avere impatti differenti: passare ad un'auto elettrica dipende da quanta produzione energetica rinnovabile potrà alimentare quel mezzo, e se questo significa grandi risparmi in Australia, gli stessi risparmi in Belgio sarebbero sei volte inferiori.
 
Per Chris Goodall, autore di saggi sulla vita a "basso tenore di carbonio", la ricerca "ci ricorda bene quel che conta nella lotta al surriscaldamento. La riduzione della popolazione probabilmente ridurrà le emissioni di carbonio, però va detto che abbiamo molti altri strumenti per tenere il riscaldamento sotto controllo e l'idea di diminuire il numero di persona è qualcosa che avrà effetti solo fra centinaia di anni. La riduzione delle emissioni deve invece cominciare subito".
 
Ognuno dovrà fare le sue scelte. "Io non ho figli - conclude la ricercatrice Kimberly Nicholas - ma quella di averli o meno è una scelta a cui sto riflettendo e che discuto con il mio compagno. Nella nostra decisione di formare o meno una famiglia, il cambiamento climatico è certamente un fattore che prenderemo in considerazione, anche se non sarà l’unico".

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