sabato 7 giugno 2014

INQUINAMENTO IN CAMPANIA. G. GALEAZZI, Terra dei fuochi, l’emergenza arriva alla periferia di Napoli, LA STAMPA, 7 giugno 2014

Terra malata. Arriva fino alla periferia di Napoli l’emergenza-Terra dei Fuochi. Il governo fa proprio il grido d’allarme dei comitati di cittadini di Caivano, ritiene fondato il rischio che l’aria contaminata si estenda alla provincia partenopea e intensifica l’opera di mappatura della contaminazione provocata da rifiuti sicuramente tossici e forse anche radioattivi.  




I dati scientifici messi sul tavolo sono inequivocabili: secondo uno studio presentato giovedì dal dottor Luigi Costanzo nel distretto di Frattamaggiore, in provincia di Napoli, dal 2008 al 2012 sono salite di oltre il 300% le richieste di esenzione per tumore (tecnicamente chiamate «codice 048»). A svelare l’interramento di fusti tossici e radiotattivi erano stati alcuni pentiti di camorra, poi le associazioni che lottano contro le ecomafie hanno levato la loro voce portando a Roma i dati sull’aumento di tumori fino a giustificare l’allargamento delle rilevazioni dell’Agea, l’agenzia di controllo del ministero delle politiche agricole. E così ora sotto la lente degli «007» ecologici sono finite zone finora mai sottoposte a verifica.  

«In alcune aree sono in corso controlli supplementari e a breve si riunirà il comitato interministeriale per passare dal monitoraggio ad azioni congiunte con il dicastero della Salute», spiega il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina. A incombere come una spada di Damocle, infatti, è l’incremento dei tumori nella popolazione e i segni palesi di un inquinamento devastante. Per sollecitare più prelievi di terreni per verificare il livello di contaminazione giovedì era salito a Roma (per un vertice con il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti) don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano in prima linea nella lotta allo sversamento e ai roghi di rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi, tra le province di Napoli e Caserta. Don Patriciello ha ottenuto garanzie dal governo e dalla Regione Campania che alle attività di prelievo si affiancherà la ricerca di rifiuti radioattivi.  


«Le due cose procederanno insieme perché si muore per questo scempio e chi ha sbagliato deve pagare: poche ore fa ho celebrato l’ultimo funerale per un uomo di 49 anni ucciso da un cancro fulminante a Frattaminore» afferma il sacerdote-simbolo del contrasto al degrado ambientale. Insieme al parroco anti-roghi, al tavolo con il governo, c’era anche Antonio Marfella, medico oncologo dell’Istituto Pascale di Napoli, fra le voci più ascoltate del movimento che combatte i rifiuti killer. È stato lui ad illustrare nel dettaglio al ministro dell’Ambiente la situazione in cui versa il tratto di territorio campano trasformato dalla camorra in una colossale discarica illegale di sostanze pericolose. A sostenere l’azione del parroco sono stati il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe che due giorni fa gli ha anche conferito il premio «San Gennaro» per il suo impegno nella lotta alle ecomafie e soprattutto papa Francesco che durante la visita al centro immigrati «Astalli» ha abbracciato don Patriciello e ha benedetto la sua lotta ai clan che avvelenano la Campania. Due anni fa, fece clamore il video di un incontro nel quale il prefetto di Napoli aveva rimproverato don Patriciello per il «signora» rivolto al prefetto di Caserta Carmela Pagano considerato poco rispettoso nei confronti di un alto funzionario dello Stato. Oggi invece per il governo è «interlocutore primario». E il circostanziato dossier-choc portato al ministero diventerà «base d’azione».  

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