martedì 3 gennaio 2012

MILANO. SPAZI PUBBLICI E RANCORE SOCIALE. UNA LETTERA, da IL CORRIERE DELLA SERA, 3 gennaio 2012

Caro direttore,
leggo di una festa in piazza Duomo per il Capodanno. Eppure, anche se nessuno ne parla, la festa non c'è stata. Appena uscito Vinicio Capossela ha salutato la folla con «Buon anno rancorosi di Milano». Certo, perché a guardare la piazza non c'era clima di festa. Chi voleva festeggiare e ascoltare musica era accerchiato da persone che lanciavano petardi e sparavano botti ad altezza uomo. La piazza era completamente divisa in zone off limits dove si sparava volutamente contro altre persone. Solo chi stava vicinissimo al palco si sentiva «al sicuro» e tutto intorno invece ci si guardava le spalle e ci si stringeva l'uno all'altro attoniti per non rischiare di prendere un petardo in testa.



Siamo arrivati in piazza giovani e famiglie sperando di vivere lo stesso clima che si era respirato alla vittoria di Pisapia. E siamo andati via, come moltissimi, stupiti per quello che vedevamo e con un senso di tristezza profonda. Pur essendo vietati botti e fuochi d'artificio, piazza Duomo viveva un clima da guerriglia urbana e guardando «sociologicamente» come era divisa la piazza si apre una riflessione importante sugli spazi pubblici a Milano e la gestione dell'ordine pubblico. Chi era venuto per vedere il concerto era circondato da giovani adulti, quasi esclusivamente uomini e di origine straniera, che sparavano botti e prendevano di mira le persone con violenza. Non un fenomeno isolato in vie secondarie ma al centro dell'evento, nelle gallerie, lungo le arterie principali, tanto da aver paura ad attraversare la strada. Come se Capodanno rappresentasse l'occasione per queste persone che quotidianamente vivono ai margini di prendersi spazio e di far avvertire in maniera dirompente la loro presenza.

Il risultato è stato l'impossibilità di convivere in modo sereno nello stesso spazio, separati nettamente dai petardi e da nazionalità diverse. Mi ha stupito che nessun giornale abbia messo in luce il fenomeno contribuendo alla riflessione sulla città di Milano. Una mancata festa di piazza che dovrebbe far riflettere le istituzioni e i cittadini milanesi. Milano rancorosa, la sensazione con cui abbiamo lasciato la piazza con amarezza.
Diletta Colombo

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