Bosco di San Francesco ad Assisi Ingresso gratuito (gradita una donazione al Fai)
Info su orari e modo di accesso: www.fondoambiente.it – viale Coni Zugna 5, Milano, tel. 02 4676151, info@fondoambiente.it
Non ultimo, ha commissionato a Michelangelo Pistoletto un'opera di "land art", quell'arte creata con il paesaggio. Il maestro di Arte Povera ha "disegnato" tre cerchi arando il terreno, li ha tramutati in una segno circondato da 120 olivi intitolando l'opera "Terzo Paradiso", per immaginare una terza via tra l'integrazione con la natura e la tecnologia che salvi l'umanità dello spreco e dall'inferno a cui siamo destinati – sostiene l'artista – se non cambiamo modo di vivere e di pensare e non smettiamo di distruggere il pianeta e noi stessi.LA FOTOGALLERY
Intervista a Pistoletto: "Il Terzo Paradiso per cambiare tutti noi" di Ste.Mi.
RESTAURO, MISSIONE POSSIBILE
Accanto alla chiesa superiore della Basilica francescana corre un muro in pietra bianca. Lì si apre un varco, finora riservato ai frati. Conduce appunto al bosco di San Francesco. Da adesso chiunque abbia scarpe e gambe adatte potrà inoltrarsi tra aceri e roverelle e il silenzio. Questo pezzo di terreno tra discese e risalite lo donò al Fai Banca Intesa San Paolo nel 2008. Da allora il vice presidente esecutivo Marco Magnifico ha marcato stretto uno stuolo di sponsor, ha raccolto sostegni istituzionali a partire dalla Regione Umbria, dal Comune assisiate, dal convento dei frati francescani. La missione poteva sembrare impossibile se non astrusa: 'restaurare' un pezzo di storia e di natura. Gli hanno risposto di sì. E la macchina del recupero è scattata. Insieme a tanti volontari hanno rimosso 360 copertoni, hanno raccattato tonnellate di "porcherie": "C'erano sentieri sgarrupati, uno scenario deprimente, muretti a secco invasi dai rovi", racconta Magnifica. Allora il Fai ha 'assoldato' tecnici e professionisti ad ampio raggio, dall'architetto al docente di agraria, ha restaurato un convento benedettino, ha pulito il bosco, tagliato quel che moriva, messo a dimora ginestre, ginepri, piante di cisto e di rosa canina. Ora il sentiero scende spazioso sul declivio nord-orientale sotto Assisi, tronchetti di legno impediscono che la terra si sfaldi con le piogge, ha canalature per l'acqua, staccionate .
Il "restauro" umano continuerà per altri 20 anni, mentre sole, acqua, vento e il tempo modelleranno bosco, radure e olivi e se quei 'restauri a qualcuno sembrano bizzarri, disgraziatamente la cronaca recente dice altrimenti: Mauro Agnoletti della facoltà di Agraria di Firenze ha mostrato chiaramente che alle Cinque Terre i terrazzamenti di coltivazione ben curati hanno impedito frane. La lezione è chiara e sentita già troppe volte: il mix di costruito e campagna abbandonata porta rovina e morte. Eppure è una lezione che molti non vogliono sentire. La Regione Lazio s'è vista bocciare il suo progetto di cementificazione delle coste dallo stesso ministro per i beni culturali Giancarlo Galan ma insiste nel volerlo riproporre.
L'ULTIMA VOLTA DI GALAN
La conferenza stampa nel Comune di Assisi ha visto una curiosa premessa: per l'appunto Galan nella sua ultima uscita da esponente di un governo sfracellatosi contro il muro delle sue infinite magagne e l'incapacità di affrontare la crisi. L'ex governatore veneto è dovuto rientrare precipitosamente a Roma, rendendo però omaggio al Fai e onore all'Umbria (guidata da Catiuscia Marini del Pd) perché è "l'unica Regione ad aver firmato l'accordo per il piano paesaggistico". L'ormai ex ministro ha svelato pure che nell'ultimo maxi emendamento un capitolo di riforma fiscale, poi cancellato, destinava fondi alla cultura. Tardi per dirlo.
11 novembre 2011
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