lunedì 24 ottobre 2011

TURISMO SOSTENIBILE SERAFINI M., Turisti lasciano vestiti agli indios dell'Amazzonia: pericolo epidemie, CORRIERE DELLA SERA, 24 ottobre 2011

Una tribù incontattata senza difese immunitarie a rischio malattie nella foresta peruviana


Una denuncia di SURVIVAL INTERNATIONAL

MILANO – Continuano i tentativi della comunità internazionale per tenere al riparo dalle contaminazioni gli indigeni incontattati che vivono nella foresta amazzonica, vicino a una popolare destinazione turistica peruviana. Secondo quanto denunciato da Survival International, la tribù di recente avvistata all’interno del territorio protetto del Parco nazionale del Manu, in un’area identificata con il nome di Yanayacu, viene messa costantemente in pericolo dai turisti. Dalle barche i visitatori lanciano indumenti per attirare gli indiani fuori dalla foresta. Un video ripreso da National Geographic mostra un dialogo tra gitanti a bordo di un'imbarcazione mentre cercano una strategia per entrare in contatto con gli abitanti della foresta. E se la curiosità nei confronti di popoli che vivono in completo isolamento e non hanno mai avuto contatti con il resto del mondo è comprensibile, i comportamenti irresponsabili dei turisti rischiano di mettere questi uomini e queste donne in grave pericolo. Il motivo? «Gli indiani incontattati non hanno difese immunitarie verso malattie esterne molto comuni, che possono essere diffuse dai capi di abbigliamento», scrive Survival International. E non solo. «A seguito del primo contatto, solitamente oltre il 50 per cento della tribù muore. In alcuni casi, muoiono tutti i suoi componenti».


UN VACCINO PER EVITARE L’EPIDEMIA - In alcuni casi gli indigeni - secondo le stime ufficiali in Perù ne vivono tra i 4 mila e i 5 mila, divisi in una quindicina di tribù - tentano di difendersi da soli con archi e frecce, cercando di scacciare i turisti «invasori». E di recente una guardia forestale è stata colpita da una freccia cui era stata tolta la punta. Segnale di avvertimento, tenetevi alla larga, vogliamo starcene in pace. Ma l’ingenuità li porta ad abbassare la guardia e a lasciarsi avvicinare. Lima, pungolata dalle associazioni e dalle organizzazioni non governative, ha più volte promesso di intervenire per arginare il pericolo. La settimana scorsa il Sernanp, ministero peruviano responsabile per le aree protette, ha risposto agli appelli di Survival, comunicando di aver preso varie misure tra cui un programma di vaccinazione della popolazione locale contro l’influenza e la messa in allarme dei presidi sanitari locali per evitare il diffondersi di una possibile epidemia.

PETROLIERI E TAGLIALEGNA CONTRO INDIGENI - Oltre le visite dei turisti «inopportuni» e malattie sconosciute, contro gli indigeni ci si mettono anche gli interessi economici. La legge internazionale riconosce i diritti territoriali degli indiani, così come il loro diritto di vivere nelle loro terre nel modo che preferiscono. I governi però danno in concessione i lotti – quasi il 70 per cento delle foreste nel caso del Perù - a compagnie petrolifere o a multinazionali del legno che, ignorando i diritti degli indigeni, disboscano e trivellano mettendo a repentaglio il delicato ecosistema delle tribù esponendole a contaminazione di ogni genere. Risultato, questi popoli rischiano l’estinzione. Oggi, nei territori abitati da popoli isolati, inclusi le terre dei Cacataibo e dei Nanti, operano diverse compagnie petrolifere come la Perenco (che ha recentemente sostituito la Barrett Resources), la Repsol-Ypf e la Petrolifera.


PASSI IN AVANTI - In passato il governo peruviano di Alan Garcia ha incoraggiato attivamente nuove società a compiere esplorazioni nelle aree abitate dalle tribù incontattate, incluse quelle dei Mashco-Piro e degli Isconahua, definendo il suo atteggiamento con la formula «porta aperta al progresso». A chi sollevava dubbi su questa politica, veniva risposto che le tribù in realtà non esistevano e che si trattava di leggende messe in giro solo per ostacolare l’arrivo delle compagnie e dei profitti. Oggi, fortunatamente, la situazione pare essere migliorata, seppur di poco. Il nuovo gabinetto di Ollant Humala sta infatti gradualmente cambiando linea prendendo le distanze dal suo predecessore. «L’obiettivo è tenere in considerazione le esigenze e le istanze di questa parte della popolazione», hanno fatto sapere dal ministero dell’Ambiente. Passi in avanti, insomma. Ma secondo Survival International la strada da fare è ancora lunga. Ed ecco perché le organizzazioni non governative sono ancora al lavoro per sollecitare il governo peruviano a proteggere gli indios isolati vietando l’esplorazione petrolifera, il taglio degli alberi e ogni altra forma di sfruttamento delle risorse naturali nelle loro terre.

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