Due eucalipti fantasma, candidati a entrare nel patrimonio culturale nazionale, distrutti in un incendio doloso
Lo scintillio della loro liscia corteccia bianca illuminata dalla luce lunare è cantato nei racconti del Tempo del sogno, le storie della cultura e mitologia aborigena. Gli eucalipti fantasma (Corymbia aparrerinja o Eucalyptus aparrerinja), chiamati localmente Ghost Gum, sono alberi autoctoni considerati spiriti viventi dagli aborigeni. Due esemplari-icona, resi famosi dalla pittura dell’artista aborigeno Albert Namatjira, sono andati in fumo.FUOCO DELITTUOSO – I due maestosi alberi si ergevano nel cuore dell’outback australiano, a 16 chilometri dalla città di Alice Springs. Erano candidati a rientrare a breve nelle liste del Patrimonio culturale nazionale. Il fuoco che ha tolto la vita ai due sempreverdi, incenerendo così anche il simbolo che incarnavano, è divampato il 30 dicembre. Secondo quanto dichiarato dal funzionario che per primo se ne è accorto, Malcom Connolly, il fuoco deve essere andato avanti per 24 ore. Secondo le autorità, si tratterebbe di un incendio doloso. Alison Anderson, ministro del Territorio del Nord incaricato delle questioni indigene, ha spiegato che proprio recentemente il governo dello Stato aveva ultimato i lavori per proteggerli dalle fiamme e mantenerli nelle condizioni ambientali ottimali.
ARTE E COSCIENZA - Fu Albert Namatjira, un artista aborigeno morto nel 1957 dopo aver conquistato notorietà nel mondo, a radicare gli eucalipti fantasma quale simbolo nella coscienza collettiva di un pubblico più vasto. Questi sempreverdi dal tronco latteo furono protagonisti dei suoi acquarelli che ritraevano i paesaggi desertici dell’outback australiano. I due esemplari bruciati si trovavano proprio sulla strada per Hermannsburg, dove Namatjira era nato nel 1902. «Namtjira ha fatto conoscere la bellezza del paesaggio dell’Australia centrale al mondo», ha dichiarato Anderson, «e ha contribuito a farne un simbolo dell’identità australiana».
ARTISTA ICONA – Oltre a essere probabilmente il pittore aborigeno più conosciuto per le sue opere e il suo stile unico – nel 1953 ricevette un riconoscimento dalla regina Elisabetta II - fu anche noto per esser stato il primo indigeno australiano del Territorio del Nord a essere liberato dalle restrizioni legislative applicate ai nativi e ottenere i pieni diritti di cittadinanza. «È un atto orrendo e tragico di vandalismo culturale», ha dichiarato al Susan McCulloch, autrice dell’Enciclopedia dell’arte australiana, esprimendo l’indignazione profonda per una nuova ferita all’identità aborigena, ramo del patrimonio culturale dell’umanità, e per il destino di quegli alberi che adesso potranno solo essere cantati.
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