martedì 27 settembre 2011

Da un altro punto di vista. BOLIVIA. Joseph Zarlingo, Bolivia, l’autostrada amazzonica mina il consenso di Morales

La polizia ha interrotto in maniera violenta una marcia pacifica contro la costruzione della mega-opera. Sullo sfondo della protesta emergono le divisioni sempre più profonde fra il presidente e le comunità indigene che furono essenziali per la sua elezione
Dal punto di vista dei nativi boliviani

IL FATTO, 26-09-2011

lunedì 26 settembre 2011

SAGGI. Architettura e potere. Marco Belpoliti, Recensione a Sudjic D., Architettura e potere (2011)


Si fronteggiano a breve distanza, meno di un chilometro in linea d'aria. Il primo ha la forma di due grandi parentesi contrapposte nella parte convessa, una più alta e una più bassa; il secondo è invece una sorta di nastro di vetro che si srotola partendo da una cuspide posta più in alto. Si tratta delle nuove torri milanesi.

 

domenica 25 settembre 2011

Da un altro punto di vista. ITALIA. DRAMANE WAGUE', Nel mondo dei vetri

(da Uno sguardo sugli indigeni. Gli umbri visti e raccontati da un nuovo abitante, Edizioni Thyrus, 1998)

Lo spazio e il territorio umbri visti dagli occhi di un cittadino africano.


Detto Diego, nato nel 1964. Scrittore, formatore nel terzo settore e nella cooperazione internazionale, mediatore culturale. E' autore di diversi volumi e pubblicazioni. E' stato membro del direttivo della Camera del Lavoro di Perugia e del Sunia. Ha collaborato con diverse associazioni impegnate nell' educazione interculturale. Ha presentato una ricerca sul relativismo culturale e il decentramento del punto di vista nel quadro dell'Antropologia Visuale.
Svolge presso diverse scuole ed istituti l'attività di "prestazione d'opera intellettuale per attività e insegnamenti facoltativi ed integrativi"


sabato 24 settembre 2011

Spazi ed architettura. Marco Sammicheli, Ma chi è l'inventore del trullo?, 2011

Il tempo delle vacanze trova riparo sotto i tetti più disparati. Anche quelli di bungalow, tende, cottage e resort sulla spiaggia che ci sembrano comuni appartengono a tipologie tradizionali le cui origini si perdono nella storia dell'uomo e della sua scaltra attitudine al riparo.
L'architettura di questi edifici non ha padri titolati ma frutto del progetto di un singolo o di una comunità che studiando il vento, valutando l'intensità delle intemperie, considerando la stabilità del terreno e l'archivio di materiali a disposizione ha costruito case, chiese, torri, granai.

Spazi metropolitani. Francesco Rigatelli, Ecco le metropoli dove è più dura la vita del pendolare, 2011

A fare due conti, dati Censis alla mano, è come se ogni mattina tutta Bologna e Modena entrassero a Milano e la sera ne uscissero. O come se gli abitanti di Asti, Biella, Cuneo, Verbania e Vercelli si spostassero insieme a Torino. In giornata. Ognuno da solo con la sua auto.

giovedì 22 settembre 2011

Antropologia dello spazio. Franco La Cecla, Spazio e mente locale, 1987

Spazio arrangiato e spazio prescrittivo

   L’antropologo Franco La Cecla (cfr. Spazio e mente locale, in AA.VV. Pensare altrimenti. Esperienza del mondo e antropologia della conoscenza, Laterza, 1987) distingue fra un tipo di spazio chiamato ‘arrangiato’ ed un tipo di spazio chiamato ‘prescrittivo’.

Antropologia dello spazio. Franco La Cecla La lunga marcia dell'archistar

La lunga marcia dell'archistar dal committente-re al consenso
Franco La Cecla

Cosa distingue una buona architettura da una cattiva, un contributo prezioso allo spazio pubblico di una città da un intruso con pretese monumentali? È difficile dirlo in generale. Si cita il caso della Tour Eiffel, aborrita alla sua costruzione dai parigini, ma poi divenuta simbolo collettivo, un po' quello che è successo con il Centre Pompidou molti anni dopo.