LUGANO - Ci sono numeri che raccontano molto più di quanto appare a prima vista. Prendente i dati anagrafici diffusi di recente dal municipio di Lugano. Dicono che a novembre del 2011 il 21,8% dei 57 mila abitanti della città erano cittadini italiani; e che più in generale il 40% dei luganesi non sono svizzeri.
Ecco dunque uscire da quella statistica un fenomeno inedito: dopo la fuga dei capitali, dopo la fuga della manodopera, dopo le aziende italiane che vogliono traslocare in Canton Ticino, c'è anche l'esodo degli italiani in Svizzera. Chi se lo può permettere, ovviamente, perché per ottenere la residenza gli svizzeri chiedono di dimostrare un reddito stabile di almeno 250 mila euro l'anno e perché il mercato immobiliare di Lugano è oggetto negli ultimi anni di un boom che ha spinto i prezzi fino all'astronomica cifra di 20 mila franchi svizzeri al metro quadrato.
Prendere la residenza al di là del confine e investire in un immobile è dunque la nuova strada battuta dagli italiani per esportare ricchezza in maniera legale. Il fenomeno ha provocato effetti collaterali anche curiosi: è nato ad esempio un sito - si chiama isyours.com - che provvede al disbrigo di tutte le pratiche per conto degli italiani in fuga (trasferimento dei conti bancari, ricerca della casa, formalità burocratiche e via dicendo). Basta un passo del genere e - almeno per il momento - i risparmi sono al riparo anche dalle incursioni della Finanza italiana. Il legislatore elvetico, d'altro canto, si è cautelato e impedisce l'acquisto «mordi e fuggi» degli immobili a puro fine speculativo. Ma evidentemente l'italiano che passa armi e bagagli a nord di Chiasso è in cerca d'altro: un fisco meno aggressivo, una qualità dei servizi tra le migliori al mondo. Insomma una sorta di rifugio dorato a due passi dall'Italia.
Un report dell'agenzia Remax, una delle più attive nell'area della Svizzera italiana, inquadra la situazione: il valore del mercato immobiliare in Ticino è pari a circa 3,5 miliardi di franchi l'anno (circa 3 miliardi di euro), 1,7 concentrati sola a Lugano e dintorni. «Assistiamo a una escalation di acquisti da parte di italiani - prosegue la relazione - che mettono in vendita la loro casa a Como e Varese per acquistarne una nel Cantone attirati dalla maggiore sicurezza che il Paese garantisce». Un giro d'orizzonte dai quartieri alti di Lugano verso il lago basta a trovare conferma alle cifre: crisi o non crisi, la città è una selva di gru e il settore edilizio non conosce frenate. Ubs, una dei maggiori istituti di credito elvetici, getta uno sguardo sul passato per mettere in guardia su quanto potrebbe accadere a breve: un «outlook» del gigante finanziario datato gennaio 2012 sottolinea che i prezzi del mercato immobiliare sono saliti del 35% in cinque anni e sempre più denaro affluisce sul mattone svizzero. «Le attese da parte degli investitori sono troppo ottimistiche e l'assenza di prospettive positive nell'Eurozona - viene sottolineato - unite alla mancanza di valide alternative di investimento sono una miscela esplosiva».
Il pericolo paventato è l'esplosione di una bolla speculativa, sulla quale soffia anche un ultimo fattore di cui tener conto: i tassi per i mutui immobiliari restano bassi e raramente superano il 2%. Felice Cavadini, uno dei più esperti operatori del settore sulla piazza di Lugano non si stupisce della tendenza in atto: «È un orientamento che unisce due forme di investimento ritenute da sempre un rifugio ultrasicuro: il mattone e il franco svizzero. Anche chi aveva puntato in passato su mercati ritenuti convenienti, col passare degli anni ha preferito tornare qui».
Kikukula è una città ugandese. In Uganda, come in altre regioni africane, grandi multinazionali occidentali e non solo stanno acquistando terreni agricoli, cacciano le popolazioni che vi abitano e promuovono forme di business completamente estranee alle culture economiche locali. Il territorio ancora oggi come scenario di sfruttamento, competizione e lotta per la sopravvivenza e la sopraffazione.
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