Secondo una ricerca finlandese visitare tre o quattro volte alla settimana un'area verde corrisponde a una probabilità inferiore del 33% di uso di farmaci per la salute mentale e non solo
la soluzione ad alcuni dei nostri problemi, in parte, potrebbe essere là fuori. Dove? In mezzo a quella Natura troppo spesso abusata dall'uomo. Una ricerca finlandese, pubblicata su Occupational & Environmental Medicine, sostiene che visitare tre o quattro volte a settimana aree verdi e zone naturali riduce di un terzo la possibilità di dover ricorrere a farmaci per problemi di salute mentale o di ipertensione e di quasi un quarto per le crisi di asma.
Il team di ricercatori, sotto la guida del Department of Health Security del Finnish Institute for Health and Welfare di Kuopio, indica oltretutto che questi effetti positivi sarebbero più accentuati fra coloro che hanno un reddito familiare basso.
Attraverso una serie di indicatori gli scienziati hanno scoperto che visitare parchi, oppure spazi verdi urbani, orti comunitari o in generale aree naturali prive di edifici e costruzioni, può ridurre sensibilmente l'uso di farmaci per l'ansia, l'insonnia, la depressione o l'asma in coloro che solitamente vivono in città.
La ricerca si basa su una serie di risposte - legate a salute e benessere - fornite da 16 mila residenti selezionati a caso nel periodo 2015-2016 fra Helsinki, Espoo e Vantaa, tre aree urbane della Finlandia. Secondo quanto individuato emerge che più mancano gli accessi a spazi verdi o blu più si riscontrano una serie di problemi di salute. Inoltre l'accesso a queste aree è disuguale, con le comunità più povere che indicano di avere meno opportunità di passare del tempo a stretto contatto con la natura (spesso per questioni lavorative).
Tuttavia in alcuni casi le percentuali diminuiscono: per esempio per coloro che sono abituati a passare del tempo cinque volte a settimana in spazi verdi c'è solo il 22% di probabilità in meno di usare farmaci per la salute mentale, una statistica che deve essere ulteriormente indagata. In generale però l'aumento della frequenza di giorni passati in natura porta a "minori farmaci" soprattutto "per la pressione sanguigna".
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