lunedì 9 luglio 2018

ECOMAFIA E REATI CONTRO L'AMBIENTE. RAPPORTO 2018. C. NADOTTI, Ecomafie, 84 reati al giorno e un business da 14,1 miliardi. Mattarella: “Delitti contro nuove generazioni”, REPUBBLICA.IT, 9 luglio 2018

È l'Italia dell'illegalità legata allo smaltimento illecito dei rifiuti e dei reati contro l'ambiente quella fotografata dal Rapporto Ecomafia di Legambiente, diffuso oggi. Un dossier che indica, nel 2017, un aumento delle ordinanze di custodia per crimini contro l'ambiente del 139,5 per cento rispetto all'anno precedente e 4,4 milioni di tonnellate di rifiuti sequestrati nel nostro Paese. Il fatturato dell'ecomafia è salito a 14,1 miliardi (+9,4 per cento), una crescita dovuta soprattutto alla lievitazione nel ciclo dei rifiuti, nelle filiere agroalimentari e nel racket animale". 

La Campania è la regione in cui si registra il maggior numero di illeciti ambientali. n "Daspo ambientale". Lo propone il ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, alla presentazione del rapporto Ecomafia 2018 di Legambiente. "Daspo ambientale", propone il ministro Sergio Costa: "Chi inquina - dice - a mio parere è il caso che lasci il territorio, perché non lo ama. Se vogliamo salvare il pianeta imitazioni anche da queste piccole cose".





Il Rapporto è stato presentato alla Camera dei deputati ed è stato accompagnato da una nota del presidente della Repubblica. "È cresciuta negli anni la coscienza del limite e del grande valore delle risorse ambientali, che richiedono cura e responsabilità da parte di ogni componente della società - ha detto Sergio Mattarella - lo sfruttamento dei beni comuni, lo squilibrio, l'inquinamento, le azioni fraudolente, il dissesto sono veri e propri delitti compiuti contro le generazioni di domani, e costituiscono nell'oggi una violenza che comprime i diritti della persona". "L'ambiente degradato e saccheggiato - denuncia il capo dello Stato - è, al tempo stesso, uno spazio vittima delle organizzazioni del crimine e brodo di cultura della loro espansione".


L'impennata delle inchieste sui traffici illegali di rifiuti - si legge nel rapporto - è anche all'origine dell'incremento registrato degli illeciti ambientali, che sono 30.692 (+18,6 per cento rispetto all'anno precedente, per una media di 84 al giorno, più o meno 3,5 ogni ora), del numero di persone denunciate (39.211, con una crescita del 36 per cento) e dei sequestri effettuati (11.027, +51,5 per cento). Il documento sottolinea poi che "nelle quattro regioni a tradizionale insediamento mafioso è stato verbalizzato il 44 per cento del totale nazionale di infrazioni. La Campania, come detto, è la regione in cui si registra il maggior numero di illeciti ambientali (4.382 che rappresentano il 14,6 per cento del totale nazionale), seguita dalla Sicilia (3.178), dalla Puglia (3.119), dalla Calabria (2.809) e dal Lazio (2.684)".

La corruzione 
Nello spiegare l'aumento dei reati ambientali il rapporto si sofferma sulla corruzione che "rimane, purtroppo, il nemico numero uno dell’ambiente e dei cittadini" e "nello sfruttamento illegale delle risorse ambientali riesce a dare il peggio di sé". Lo smaltimento dei rifiuti è infatti un settore di grande valore economico gestito da funzionari pubblici e singoli amministratori che hanno un ampio margine di discrezionalità. Così, coloro i quali "dovrebbero in teoria garantire il rispetto delle regole e la supremazia dell’interesse collettivo su quelli privati, crea l’humus ideale per le pratiche corruttive".

I reati più comuni
La legge che disciplina gli ecoreti è la numero 68 ed è stata applicata dalle forze dell’ordine 484 volte, portando alla denuncia di 31 persone giuridiche e 913 persone fisiche. Gli arresti sono stati 25, i sequestri 106 sequestri per un valore complessivo di oltre 11,5 milioni di euro. A livello regionale e sempre considerando il lavoro delle forze di polizia sulla legge 68, ribaltando il quadro generale che di solito vede le regioni a tradizionale insediamento mafioso tra le più colpite, la Sardegna registra il numero più alto di contestazioni, 77, seguita dalla Sicilia, (48), dal Lazio (47), dall’Umbria (47), dalla Calabria (44) e dalla Puglia (41).

Il reato più spesso contestato è stato quello di inquinamento ambientale con 361 casi, poi l’omessa bonifica (81), i delitti colposi contro l’ambiente (64), il disastro ambientale (55), l’impedimento al controllo (29) e il traffico di materiale ad alta radioattività (7). Il balzo in avanti nell’applicazione della legge 68 è certificato anche considerando l’attività di tutte le forze dell’ordine, dove gli ecoreati contestati passano da 173 del 2016 a 303, con una impennata netta del 75 per cento.

L'aumento dei traffici illeciti di rifiuti 
Gli illeciti dei trafficanti di rifiuti sono aumentati nel 2017 del 24, una crescita quasi eguagliata dai delitti contro gli animali e la fauna selvatica (22,8 per cento), gli incendi boschivi (21,3 per cento), il ciclo del cemento (12,7 per cento). A proposito di incendi, il dossier di legambiente sottolinea la "recrudescenza di incendi divampati negli impianti di gestione e trattamento di tutta Italia" indicativi del fatto che il settore dei rifiuti è "sempre di più il cuore pulsante delle strategie ecocriminali".

Crescono le tonnellate di rifiuti sequestrate dalle forze dell’ordine nell’ultimo anno e mezzo ( 4,5 milioni di tonnellate dal 1 gennaio 2017 al  31 maggio 2018) nell’ambito di 54 inchieste (in cui è stato possibile ottenere il dato, su un totale di 94). Per visualizzare l'entità del dato bisogna immaginare che i rifiuti sequestrati sono pari a una fila ininterrotta di 181.287 Tir per 2.500 chilometri.

Le tipologie di rifiuti predilette dai trafficanti sono i fanghi industriali, le polveri di abbattimento fumi, i Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche), i materiali plastici, gli scarti metallici (ferrosi e non), carta e cartone. Più che allo smaltimento vero e proprio è alle finte operazioni di trattamento e riciclo che in generale puntano i trafficanti, sia per ridurre i costi di gestione che per evadere il fisco.

Il ruolo cruciale delle mafie
Il Rapporto sottolinea più volte che, per quanto i reati ambientali siano commessi anche da faccendieri e imprese varie, le organizzazioni di stampo mafioso hanno un ruolo cruciale. "Il 2018 è anno da record per lo scioglimento delle amministrazioni comunali per infiltrazioni mafiose ricorda Legambiente - Sedici i Comuni sciolti da gennaio, 20 nel 2017. Mentre i comuni attualmente commissariati dopo lo scioglimento sono 44 (ci sono anche alcuni sciolti nel 2016 e prorogati). Sono soprattutto i clan a minacciare gli amministratori pubblici che difendono lo stato di diritto e la salvaguardia dell’ambiente. Secondo i dati elaborati di Avvivo Pubblico, sono state 537 le intimidazioni nel 2017, se si considerano invece gli ultimi cinque anni il numero sale a 2.182". 

Il "ciclo illegale del cemento" 
Ci sono 10,7 infrazioni in campo edilizio ogni 24 ore. Il lavoro delle forze dell’ordine nel 2017 ha infatti portato alla luce 3.908 infrazioni sul fronte degli abusi edilizi, una media di 10,7 ogni ventiquattro ore, e alla denuncia di 4.977 persone. Si registra una leggera flessione rispetto all’anno precedente, ma secondo gli esperti non è un dato da salutare con soddisfazione. "Dopo anni di recessione significativa - sottolineano -- l’edilizia, e quindi anche quella in nero, ha ricominciato a lavorare. Il 46,2 per cento dei reati si concentra nelle quattro cosiddette regioni a tradizionale presenza mafiosa, ossia Campania, Sicilia, Puglia e Calabria".

Nell'agroalimentari riflettori puntati sul mercato ittico
Vongole e cozze allevate in ambienti non controllati, inosservanza del fermo biologico sono i reati più comuni nel settore agroalimentare, che toccano i 37mila, in crescita rispetto al 2016, quando ci sono stati anche 22mila persone denunciate e/o diffidate, 196 arresti e 2.733 sequestri. Oltre al settore ittico i comparti più colpiti sono quello della ristorazione, di vini e alcolici, della sanità e cosmesi e in genere.

I sachetti di plastica fuori legge
Un capitolo a parte nel dossier meritano gli shopper fuori legge, "che inquinano ambiente e mercato, con sacche di illegalità diffuse in tutto il paese". Come ricorda l’Osservatorio Assobioplastiche, in media 60 buste su 100 in circolazione sono fuori norma. In questo settore nel 2017 sono state comminate sanzioni pecuniarie per 5 milioni di euro, .sequestrati circa 2 milioni di sacchetti di plastica illegali e 2,3 tonnellate di materia prima usata per produrli. A Napoli, nel 2017 la Polizia locale ha sequestrato 1,6 milioni di sacchetti, mentre nei primi 5 mesi del 2018 ne ha già sequestrato più di 122.000.

Le proposte per il contrasto agli ecoreati
Nelle conclusioni del rapporto Legambiente fa anche una serie di proposte per contrastare gli ecoreati. "I numeri di questa nuova edizione del rapporto Ecomafia - dichiara il presidente di Legambiente Stefano Ciafani - dimostrano i passi da gigante fatti grazie alla nuova normativa che ha introdotto gli ecoreati nel Codice penale, ma servono anche altri interventi urgenti. La lotta agli eco criminali deve essere una delle priorità inderogabili del governo, del Parlamento e di ogni istituzione pubblica, così come delle organizzazioni sociali, economiche e politiche, dove ognuno deve fare la sua parte, responsabilmente". Tra le proposte dell'associazione ambientalista una maggiore formazione per tutti gli operatori del settore (magistrati, forze di polizia e Capitanerie di porto, ufficiali di polizia giudiziaria e tecnici delle Arpa, polizie municipali ecc.) sulla legge 68; la semplificazione dell’iter di abbattimento delle costruzioni abusive; l'approvazione del disegno di legge sui delitti contro fauna e flora protette prevedendo fino a sei anni di reclusione e multe fino a 150.000 euro; sul fronte agroalimentare, riprendere la proposta di disegno di legge del 2015 sulla tutela dei prodotti alimentari per introdurre una serie di nuovi reati che vanno dal “disastro sanitario” all’“omesso ritiro di sostanze alimentari pericolose” dal mercato.

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