giovedì 6 febbraio 2014

ROMA. URBANISTICA E ABUSIVISMO. I. MARINO, C’è un nuovo modello Roma, IL MANIFESTO, 6 febbraio 2014

Gen­tile diret­tore,
anche io come San­dro Medici mi sono indi­gnato per la coper­tina del quo­ti­diano Il Tempo. Quel titolo, con un sar­ca­smo fuori luogo sui Rom, lascia inten­dere che di fronte a un’emergenza straor­di­na­ria, come quella che ha col­pito Roma pochi giorni fa, non tutti gli esseri umani hanno diritto a rice­vere la stessa assi­stenza. E’ l’espressione di una cul­tura raz­zi­sta che, da uomo e medico, respingo con fer­mezza. E, allo stesso modo, con­di­vido l’idea che Roma abbia biso­gno di un nuovo para­digma di svi­luppo che ponga fine, una volta per tutte, all’espansione urba­ni­stica sel­vag­gia che ha carat­te­riz­zato molte fasi della sto­ria di que­sta città.



Non è un caso che oggi Roma abbia un Asses­so­rato alla Rige­ne­ra­zione Urbana. Il nostro modello è costruire una nuova visione di città basata sulla rige­ne­ra­zione del patri­mo­nio esi­stente e sullo stop al con­sumo di suolo.
Se la ‘terra non respira’ ciò è dovuto infatti anche a una pia­ni­fi­ca­zione irra­zio­nale delle nostre città. Quella dell’abusivismo a Roma, ad esem­pio, è una lunga sto­ria che comin­cia con le cosid­dette zone F, costruite abu­si­va­mente fuori dal Piano rego­la­tore del 1931 e rico­no­sciute con il Piano Rego­la­tore Gene­rale del 1965. Nel com­plesso la sto­ria parla di circa 900 mila vani rea­liz­zati al di fuori di un dise­gno urba­ni­stico, dove vive circa un terzo della popo­la­zione. In que­sti primi 8 mesi di governo della città è stata avviata una vera e pro­pria inver­sione di ten­denza. La nostra Giunta ha innan­zi­tutto can­cel­lato 161 pro­po­ste di nuova edi­fi­ca­zione lasciate in ere­dità dalla ammi­ni­stra­zione Ale­manno. Una cemen­ti­fi­ca­zione che avrebbe inve­stito 2400 ettari, di cui circa 2000 di agro romano. Abbiamo, inol­tre, negato ogni per­messo a costruire in aree con evi­denti rischi idro­geo­lo­gici. Con­te­stual­mente sono stati avviati i primi inter­venti di rige­ne­ra­zione urbana.
L’ex caserma di via Guido Reni, gra­zie a un accordo con il Mini­stero dell’Economia, l’Agenzia del Dema­nio e la Cassa Depo­siti e Pre­stiti, ospi­terà la Città della Scienza e nuovi alloggi di hou­sing sociale. A breve sarà pub­bli­cato inol­tre un bando per l’assegnazione delle terre pub­bli­che ai gio­vani agri­col­tori. Siamo di fronte, insomma, a una fase nuova per la città.
E’ evi­dente, tut­ta­via, che Roma non può affron­tare in soli­tu­dine gli enormi pro­blemi che ha di fronte. L’alluvione lampo dei giorni scorsi ha cau­sato danni per 243 milioni di euro. Una ferita pro­fonda per la città. La difesa del suolo è un’emergenza nazio­nale, come ci ricor­dano le cro­na­che. Paghiamo oggi, e a caro prezzo, anni di spe­cu­la­zione edi­li­zia e poli­ti­che irri­spet­tose dell’ambiente e dei cit­ta­dini. Ser­vono stru­menti nor­ma­tivi e risorse dedi­cate. Un piano di difesa del suolo viene di volta in volta evo­cato dai governi nazio­nali, senza grandi risul­tati concreti.
Per fron­teg­giare l’emergenza, nel frat­tempo, abbiamo stan­ziato 10 milioni di euro con l’obiettivo di assi­stere le fami­glie coin­volte e riqua­li­fi­care le aree allu­vio­nate. Chie­de­remo inol­tre al Governo la pos­si­bi­lità di poter atte­nuare i vin­coli del Patto di Sta­bi­lità per rea­liz­zare i neces­sari inter­venti di recu­pero. Nei primi mesi di que­sto man­dato abbiamo pulito 25mila tom­bini. Un inter­vento costato 3 milioni di euro ma che ha inte­res­sato solo il 5% dell’intera rete: infatti per la sua vasta super­fi­cie Roma dispone di 500mila tombini.
Di fronte alle cri­ti­cità ogni ammi­ni­stra­tore deve saper ope­rare delle scelte. Io non ho mai sca­ri­cato su altri le mie respon­sa­bi­lità. La città che ho ere­di­tato è una città com­plessa e pro­ble­ma­tica. Il mio obiet­tivo è quello di resti­tuirle, in 5 anni, un futuro e il ruolo che le com­pete. Ho fatto un patto con i cit­ta­dini: a loro, alla fine del mio man­dato, dovrò ren­dere conto del lavoro svolto. Gover­nare la città, per me, signi­fica ope­rare delle scelte nell’interesse della collettività.
* Igna­zio Marino è il sin­daco di Roma

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