Anche quest’anno l’Earth Overshoot Day arriva in anticipo rispetto ai dodici mesi precedenti. Nel 2019 il giorno in cui le risorse della Terra terminano e si inizia a dare fondo alle riserve del Pianeta è fissato al 29 luglio, anziché il 1 agosto come nel 2018. Trent'anni fa il «giorno-limite» cadeva in ottobre, vent'anni fa verso la fine di settembre. Ad annunciare la data è il «Global Footprint Network», un’organizzazione di ricerca internazionale che monitora l’impronta ecologica dell’uomo, che ha stimato che in media, tutto il mondo consumerà nel 2019 le risorse di 1,75 pianeti. Secondo il Gfn sono quattro i fattori chiave che delineano la domanda di risorse di un Paese: come questo edifica le città; come fornisce energia; come si nutrono i suoi cittadini e quanti abitanti conta. Abbiamo solo una Terra, non possiamo usare risorse pari a quelle di 1,75 pianeti Terra senza conseguenze distruttive», ha affermato Mathis Wackernagel, co-inventore della contabilità dell’impronta ecologica e fondatore del Global footprint network. «Le aziende e i Paesi che comprendono e gestiscono la realtà dell’operare in un contesto planetario sono in una posizione molto migliore per affrontare le sfide del 21esimo secolo».
Kikukula è una città ugandese. In Uganda, come in altre regioni africane, grandi multinazionali occidentali e non solo stanno acquistando terreni agricoli, cacciano le popolazioni che vi abitano e promuovono forme di business completamente estranee alle culture economiche locali. Il territorio ancora oggi come scenario di sfruttamento, competizione e lotta per la sopravvivenza e la sopraffazione.