Il sociologo di origini britanniche Richard R. Reeves ( LE COLPE DELLA CLASSE MEDIO ALTA E LA FINE DEL SOGNO AMERICANO. E. HELMORE, The American dream? Top 20% pulling away from the rest, study finds, THE GUARDIAN, 4 giugno 2017
) sostiene che attribuire la responsabilità delle odierne disuguaglianze ad una stratificazione sociale semplificata al massimo, con al top un 1% ultra-ricco e, alla base, un 99% impoverito, sia una spiegazione da rivedere.
A suo dire la stratificazione sociale odierna contemplerebbe almeno almeno l'esistenza di 4 classi sociali: 1. una super-classe al vertice (1%); 2. una classe medio-alta (19%); 3. una classe media; 4. una bottom class ( o working class).
La sua tesi è che, a determinare lo scenario delle odierne diseguaglianze, sia proprio la classe medio-alta che si sarebbe accaparrato il sogno americano (il titolo del suo saggio è DREAM HOARDERS).
Nell'intervista concessa a G. Sarcina ("Noi, ceto medio-alto, abbiamo sequestrato il sogno americano", LA LETTURA, 30 luglio 2017) Reeves descrive anche quella che definisce "zoning", la modalità di distribuzione ed occupazione dello spazio urbano da parte di qiesta questa classe sociale.
I gruppi sociali si distribuiscono sul territorio e danno vita alla formazione di quartieri urbani sulla base del reddito corrispondente. A redditi ricchi corrispondono quartieri ricchi, a redditi poveri quartieri poveri. Ogni quartiere finanzia i servizi di cui ha bisogno, come la scuola, sulla base, di nuovo, dei redditi posseduti. Ancora una volta avremo scuole più o meno ricche a seconda della capacità reddituale esibita. Questo assetto urbanistico caratterizzerebbe ormai gran parte delle città americane, da Seattle a Washington. Si tratta di un vero e proprio sistema protettivo (che ricorda quanto denunciato da un film intitolato LA ZONA) in cui si è asserragliata la classe medio-alta per difendere e riprodurre se stessa.
Kikukula è una città ugandese. In Uganda, come in altre regioni africane, grandi multinazionali occidentali e non solo stanno acquistando terreni agricoli, cacciano le popolazioni che vi abitano e promuovono forme di business completamente estranee alle culture economiche locali. Il territorio ancora oggi come scenario di sfruttamento, competizione e lotta per la sopravvivenza e la sopraffazione.
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