Nuvola e gli altri progetti incompiuti
Non c’è il minimo dubbio. La sorte dell’Eur sta diventando un autentico caso nazionale. Fino a dieci anni fa circa, difficile stabilire un confine preciso, l’Eur era il quartiere più elegante e pulito di Roma. Merito dell’allora Ente Eur che per decenni ha assicurato una cura sconosciuta nel resto della città. Poi ‘qualcosa’ all’improvviso è cambiato. E l’Eur è stato letteralmente travolto da una straordinaria quantità di progetti nati proprio dall’idea di eccellenza che il quartiere nato per la mancata Esposizione Universale Romana del 1942 suggeriva. Il drammatico risultato è sotto gli occhi di tutti. A partire dalla Nuvola di Massimiliano Fuksas, opera-kolossal ancora lontana dalla conclusione, in mezzo a mille recriminazioni e polemiche. Le ex torri del ministero delle Finanze, fallito il progetto di Renzo Piano di trasformarle in residenze, ora sono di proprietà di una società di Cassa depositi e c’è solo l’ipotesi di restituirle a un uso uffici, nessuno sa bene quando e con quali risorse. Procedono, con gravissimo ritardo e con lentezza, i lavori per l’acquario sotto al laghetto. Il Luneur è ancora un cantiere, sembra che la ruota panoramica (per decenni uno dei simboli di Roma) potrebbe tornare al suo posto. Ma anche qui: quando?
La crisi di Eur Spa
Persino i giochi d’acqua delle fontane sono chiusi, così come chiuse sono le cascatelle del palazzo dello sport, oggi Pala Lottomatica. E’ ancora aperta la ferita urbanistica della contestatissima demolizione del Velodromo. Il panorama d’insieme trasmette l’immagine di un quartiere abbandonato, fuori controllo amministrativo, addirittura reduce da un bombardamento (le torri ex Finanza vengono chiamate «Beirut» dagli abitanti). Su tutto questo incombe la gravissima crisi dell’Eur spa (90% di proprietà del governo, 10% del Comune, che intende disfarsi della quota) sull’orlo della bancarotta. Ha scritto al Corriere della Sera giorni fa Pierluigi Borghini, presidente di Eur Spa: « Eur S.p.A. gestisce e manutiene oltre 70 ettari di parchi urbani all’Eur, aperti alla fruizione pubblica e vincolati dal Ministero per i beni e le attività culturali nel 2010 perché ritenuti di notevole interesse, a cui ha destinato significative risorse proprie per quotidiane operazioni di pulizia e manutenzione sia del verde che degli arredi urbani, come pure delle richiamate fontane. Gestione e manutenzione che dal 12 dicembre 2014, data in cui il C.d.A. della Società ha ottenuto l’adesione allo strumento di legge del concordato in bianco, con lo scopo di predisporre nei termini di legge un piano di ristrutturazione funzionale al completamento delle opere in corso, ha dovuto necessariamente subire una notevolmente riduzione, con danno al decoro e alla fruibilità dei parchi». Lunedì 9 febbraio ci sarà l’assemblea dei soci: aumento di capitale o cambio di statuto per vendere gli immobili.
La paura dei residenti
Il Comitato di quartiere è allarmatissimo, sa bene che l’eventuale crisi definitiva di Eur Spa significherebbe la fine degli standard di manutenzione assicurati dalla società fino a ieri. E soprattutto la paralisi del cantiere della Nuvola di Fuksas. In questa allarmante vicenda si innesta la questione delle «zone a luci rosse» immaginate dal presidente del IX Municipio, Andrea Santoro, proprio per arginare il fenomeno della prostituzione incontrollata serale in tutto il quartiere. Si immaginano vie lontano dalle abitazioni dove la prostituzione avverrebbe in piena libertà, senza il rischio di sanzioni per i clienti. Il dibattito è aperto. Ma proprio il fatto che avvenga intorno all’Eur ha un sapore simbolico. Suggerisce l’idea di una zona della città che, nella percezione collettiva, vive una condizione di tale degrado da diventare terra di prostituzione controllata. Speriamo che abbia torto il nostro lettore quando certifica la «definitiva distruzione» dell’Eur.
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