Gli ultimi cinque anni sono stati caratterizzati da una serie di sfide impreviste e pressanti in ambito finanziario, politico e ambientale, che hanno costretto gli organi decisionali a fare scelte di breve periodo non consentendo lo sviluppo di visioni e strategie di lungo periodo. La Conferenza di Rio+20 che si svolge dal 20 al 22 giugno a Rio de Janeiro è incentrata su sette temi globali: lavoro, energia, città, alimentazione, acqua, oceani e disastri ambientali. che sono non solo strettamente collegati fra loro ma hanno anche un forte impatto sullo sviluppo sostenibile del nostro pianeta.
Cosa significa per le foreste il prossimo vertice di RIO+20?
Le foreste sono state uno dei protagonisti del primo Vertice di Rio nel 1992. Da allora, la visione delle tematiche forestali è divenuta più integrata e multisettoriale. Infatti, le foreste contribuiscono tra l'altro a ridurre la povertà, allo sviluppo rurale, ai 'green jobs' (lavori verdi), alle bioenergie rinnovabili, alla sicurezza energetica, all'adattamento e alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e alle costruzioni sostenibili, e sono quindi rilevanti per tutte le grandi tematiche che saranno dibattuti nei prossimi giorni dalla Conferenza di Rio+20. Certamente le foreste da sole non possono dare risposte a tutte le sfide che il Vertice dovrà affrontare, ma senza le foreste non è possibile individuare delle soluzioni sostenibili. E i decisori - se avranno compreso la portata del contributo delle foreste
- non potranno fare a meno di riconoscerne il ruolo nel contesto dello sviluppo sostenibile durante gli ultimi venti anni.
Sebbene il settore forestale contribuisca in maniera limitata al PIL delle economie nazionali (1,5% su scala globale), spesso è la spina dorsale dell'economia, rappresentando l'unica risorsa per chi abita nelle zone più svantaggiate. Se il PIL fosse l'unica lente attraverso cui capire il contributo delle foreste e delle risorse naturali all'umanità, in effetti il suo apporto alla green economy, alle "infrastrutture verdi", e di materie prime, potrebbe anche essere ignorato. Ma la nostra visione del progresso deve andare al di là degli indicatori economici tradizionali se vogliamo rispondere alle sfide di oggi.
La diminuzione della domanda di energia da fonti non rinnovabili, la crescente minaccia dei cambiamenti climatici e la necessità di garantire la sicurezza alimentare per tutti, sono le tre principali e stringenti sfide dell'umanità. Nessuno di questi problemi può essere risolto in modo isolato. Mentre si devono continuare ad affrontare tutte le cause dei cambiamenti climatici, l'opzione più economica e a portata di mano è arrestare e invertire il corso della deforestazione.
Per far fronte alla sempre minore disponibilità di terra ed evitare di usare male le risorse disponibili si deve trovare un punto di equilibrio fra le richieste di servizi ambientali (disponibilità di acqua, protezione del suolo, accumulo di carbonio, biodiversità) e la loro utilizzazione diretta (sotto forma di energia, cibo e legno). Lo stesso vale per l'energia. Il nove per cento dell'energia globale proviene dalle foreste e viene utilizzata soprattutto nei paesi in via di sviluppo per la cottura dei cibi. La ricerca tecnologica e lo sviluppo devono affrontare il problema di come sfruttare in maniera ottimale le materie prime naturali provenienti dall'agricoltura e dalle foreste. Il settore agro-forestale e le colture ad alta intensità energetica potrebbero produrre energia, fornendo al tempo stesso cibo e di reddito per la popolazione locale.
E possiamo avere un impatto anche nelle nostre città. Uno spostamento verso l'utilizzo di materiali da costruzione di origine naturale, quali legno, bambù o sughero, rappresenta nel lungo periodo la maniera più efficiente di utilizzare le risorse forestali soprattutto nell'attuale contesto creato dal cambiamento del clima. Anche le zone costiere e i bacini idrografici beneficiano delle foreste che assicurano la qualità dell'acqua, la difesa del suolo e riducono i rischi di inondazioni e frane per le popolazioni urbane e rurali. Per esempio, le mangrovie hanno dimostrato di avere un ruolo cruciale per la protezione delle zone costiere e di creare l'ambiente idoneo per la produzione di frutti di mare, prodotto essenziale per il sostentamento di molte popolazioni.
Introdotto quasi 300 anni fa, il concetto di "sostenibilità" è largamente utilizzato da chi opera nel settore forestale per prevenire l'esaurimento delle risorse forestali. La familiarità con questo concetto, divenuto una sorta di patrimonio culturale per gli operatori - mette a disposizione una ricchezza di esperienza di rilevanza strategica per far accettare la sostenibilità quale principio guida per gli aspetti sociali ed economici dello sviluppo. I decisori della Conferenza Rio +20 dovranno necessariamente integrare le tematiche forestali nel dibattito della Conferenza , per il nostro bene e quello del nostro pianeta.
* Vice Direttore Generale - Dipartimento Forestale - Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura (Fao)
Kikukula è una città ugandese. In Uganda, come in altre regioni africane, grandi multinazionali occidentali e non solo stanno acquistando terreni agricoli, cacciano le popolazioni che vi abitano e promuovono forme di business completamente estranee alle culture economiche locali. Il territorio ancora oggi come scenario di sfruttamento, competizione e lotta per la sopravvivenza e la sopraffazione.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento