martedì 16 dicembre 2025

DEEP SEA MINING. LO SFRUTTAMENTO INDUSTRIALE DEI FONDALI MARINI. GIANFRANCESCHI N., Deep sea mining, così la corsa ai metalli critici minaccia gli ecosistemi abissali, DOMANI, 13.12.2025

 Lo sfruttamento industriale dei fondali oceanici sta entrando in una fase decisiva, ma le prime evidenze scientifiche mostrano che l’estrazione mineraria negli abissi (deep sea mining) ha impatti significativi e immediati sugli ecosistemi. Uno studio appena pubblicato su Nature Ecology & Evolution ha documentato per la prima volta gli effetti di un test di prelievo di minerali su larga scala sulla biodiversità dei fondali nella zona Clarion-Clipperton, nell’Oceano Pacifico.

L’area, situata tra Hawaii e Messico, è una delle regioni più ricche al mondo di noduli polimetallici: concrezioni minerali delle dimensioni di una patata, formatesi nel corso di milioni di anni e contenenti metalli considerati strategici per la transizione energetica e digitale, oltre che per applicazioni militari.

I noduli non sono solo una risorsa mineraria, ma costituiscono anche un habitat fondamentale: numerose specie – spugne, coralli molli, crostacei e microrganismi – vivono attaccate alla loro superficie o dipendono dalla loro presenza. La rimozione o la frammentazione dei noduli potrebbe quindi mettere seriamente a rischio la biodiversità degli ecosistemi abissali.

CAPITALISMO E TERRE RARE. VENEZUELA. TAMBURRINI E., Il business delle terre rare venezuelane che dalla Cina finiscono in Ue: tra miniere illegali, omicidi e distruzione delle riserve naturali, IL FATTO, 16. 12. 2025

 Dietro l’assedio statunitense sul Venezuela non c’è solo il petrolio – di cui il Paese vanta le più grandi riserve a livello mondiale -, ma anche minerali critici, tra cui coltan ed elementi di terre rare, spesso legati alla transizione ecologica. Tali risorse naturali sono state tirate in ballo nelle recenti trattative tra Caracas e Washington laddove Nicolás Maduro avrebbe “offerto di tutto” – parole di Trump – pur di restare al potere mentre a inizio novembre, all’American Business Forum, María Corina Machado ha parlato del suo Paese come hub energetico delle Americhe e prossima “frontiera dell’innovazione”.