mercoledì 28 aprile 2021

IL NORD SVILUPPISTA E LA TRANSIZIONE ECOLOGICA DEL GOVERNO. S. BRAGANTINI, Con il Pnrr abbattiamo la foresta per svendere la legna, DOMANI, 27 aprile 2021

 

  • Il Veneto vuol spillare alla Ue 100 milioni per collegare Cortina ad Alleghe stringendo la maestosa muraglia del Civetta in un reticolo di impianti, fino ad Arabba e alla Marmolada per collegarsi allo Skipass Dolomiti.
  • Veneto e Provincia di Bolzano vaneggiano di un tunnel che buca il gruppo del Sella ad Arabba e sbuca in Badia, Gardena e Fassa; chiedono 100 milioni, che la Ue non darà mai, non pagherebbero un chilometro!
  • La Lombardia vuole 100 milioni per innevamenti artificiali, destinati anche ad aree senza turismo.

giovedì 22 aprile 2021

GIORNATA DELLA TERRA. A. HANSON, The First Earth Day: A founder of the original teach-in remembers, IISD.BLOG, 21 aprile 2020

 The original Earth Day took place on April 22, 1970, following on the heels of a teach-in on the environment, hosted by a handful of students and staff at the University of Michigan. Arthur J. Hanson, a former president of IISD, was one of them. Here, he reflects on how plans for a "relatively small event" exploded into a global movement.

I spent five days at the University of Michigan this March, celebrating the 50th anniversary of the Teach-in on the Environment that was held there from March 11 to 14, 1970.



At the time, I was studying for my PhD in ecology. The teach-in concept was cooked up by a small group and led by three of us—at first independently of Senator Gaylord Nelson and his idea of Earth Day, though we ultimately joined forces after a great deal of cross-communication. We mutually agreed that the University of Michigan event in mid-March would be the testing ground for the first Earth Day on April 22, 1970.

We had in mind a relatively small event, perhaps a thousand people. Given the times in the United States, we envisioned patterning it after the recent teach-ins on the Vietnam War.

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GIORNATA DELLA TERRA. DE CESCO, Cos’è il ‘climate change’ e come cambierà il futuro del Pianeta: 12 domande e risposte, CORRIERE, 22 aprile 2021

 Se poteste moltiplicare il piccolo esercito dei no vax che quotidianamente fanno parlare di sé sollevando dubbi sull’effettiva importanza a validità dei vaccini anti Covid (e prima erano i vaccini tout court), che cosa otterreste? Un’armata di negazionisti, come quella di coloro che, nel mondo, sostengono non sia in corso un epocale cambiamento climatico, che non ci sia un effettivo pericolo per la Terra e che, comunque, non sia l’Uomo il principale responsabile dell’aumento dei gas serra che stanno portando al rialzo le temperature medie del Pianeta. Ecco, per far fronte alla disinformazione creata da questa armata di testardi e ottimisti sostenitori del globo che si auto-curerà, una grande testata giornalistica come il New York Times ha pensato di affrontare il tema del climate change con 12 domande e 12 risposte chiarificatrici.

giovedì 15 aprile 2021

AMBIENTE E TRANSIZIONE ECOLOGICA. F. BOERO, La transizione ecologica non è una supercazzola: siete voi che non ci arrivate, IL FATTO, 15 aprile 2021

 Continuo a sentire e leggere, nei dibattiti televisivi e sui giornali, seri dubbi sulla transizione ecologica, che diversi commentatori definiscono una supercazzola. La supercazzola, per chi non lo sapesse, è un espediente retorico utilizzato da Ugo Tognazzi in Amici Miei per intimidire interlocutori ingenui con una sequela di parole senza senso pronunciate con fare assertivo. Gli sprovveduti non osano dire di non capirle, per non apparire ignoranti, e cadono nella trappola dialettica di Tognazzi. Dire che la transizione ecologica sia una supercazzola, quindi, significa ritenere che non abbia senso.

COME E' CAMBIATA LA TERRA FRA 1984 E 2020. GOOGLE EARTH TIMELAPSE, CORRIERE TV, 15 aprile 2021

 


Città


Foreste




mercoledì 14 aprile 2021

DEFORESTAZIONE INCORPORATA. A. SALA, Sapete cos'è la 'deforestazione incorporata'? L'UE ne è il secondo importatore..., CORRIERE.IT, 14 aprile 2021

 L’Europa si conferma il secondo importatore al mondo di «deforestazione incorporata», alle spalle solo della Cina. Fino al 2013 era in testa a questa non edificante classifica, poi è avvenuto il sorpasso di Pechino. Tuttavia il vecchio continente continua ad essere ampiamente davanti all’India, agli Stati Uniti e al Giappone. Di più: l’Europa è responsabile indiretta della perdita di ambiente e biodiversità nei Paesi tropicali — e dei cambiamenti climatici che ne sono influenzati — per una quota percentuale più che doppia rispetto agli Usa: il 16% contro il 7. E in questo contesto l’Italia è al secondo posto, dopo la Germania, nel gruppo degli otto Paesi europei che da soli sono responsabili dell’80% di questa distruzione di natura indiretta che si realizza attraverso i beni importati — in particolare quelli alimentari: soia, carne di manzo e caffé —, la cui produzione avviene a scapito dell’ambiente. E’ quanto emerge dall’ultimo report del Wwf — «Stepping up: the continuing impact of Eu cosnumption on nature» —, realizzato su dati e approfondimenti dello Stockholm Environment Institute (Sei) e sulle analisi del Transparency for Sustainable Economies (Trase).

CLIMA FUORI STAGIONE. L'ALTRA EMERGENZA PASSATA IN SECONDO PIANO. P. VIRTUANI, Meteo, le previsioni per il 15 aprile..., CORRIERE.IT, 14 aprile 2021


Artico e neve in Europa

Uno studio pubblicato su Nature Geoscience dell’Università finlandese di Oulu e dell’Università artica norvegese di Tromsø collega le gelate e le nevicate della scorsa settimana che hanno distrutto vigne e piantagioni di frutta in mezza Europa, arrivate dopo settimane di caldo anomalo a fine marzo, allo scioglimento del ghiaccio artico nel mar di Barents, tra Norvegia, Russia e isole Svalbard. I ricercatori hanno trovato forti similitudini con quanto avvenuto a febbraio 2018 con l’arrivo di un’ondata gelida. In pratica la riduzione del 50% del ghiaccio nel mar di Barents ha fatto aumentare l’evaporazione. Per ogni metro quadrato di mare libero dai ghiacci evaporano 70 chili di umidità che si riversa a Sud in Europa. I ricercatori hanno collegato, grazie a precisi marker geochimici, l’88% della neve caduta in Europa nel 2018 al mar di Barents. Dato che nei prossimi 60 anni si prevede che il mar di Barents sarà completamente libero dai ghiacci in inverno, ciò si potrebbe tradurre in un forte incremento di precipitazioni nevose e piovose alle medie latitudini europee.